L’anello mancante

Una progettazione intelligente permette al costruttore di velivoli ultraleggeri, Pipistrel, di offrire una gamma di originali motoalianti con due posti affiancati. Benvenuti a bordo del Taurus!

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Sintesi

L’attuatore SKF CAR 22 è il dispositivo impiegato per il posizionamento verticale del braccio di sostegno dell’elica del Taurus, l’ultimo nato della società slovena Pipistrel, costruttrice di motoalianti ultraleggeri. In questo progetto, l’attuatore è un componente fondamentale. Il progettista Franci Popit racconta: «Volevamo un attuatore affidabile, preciso, leggero e veloce. Penso sia superfluo spiegare l’importanza dell’affidabilità, in questo caso. La precisione è necessaria al corretto posizionamento della colonna porta-elica in qualsiasi condizione di temperatura». Ma perché leggero? Ivo Boscarol spiega: «Nel progettare un velivolo ultraleggero è necessario ridurre al massimo il peso, al punto che anche il peso di ogni singola vite diventa importante». Per quanto riguarda la velocità, il volo a vela è una continua lotta tra l’uomo e la gravità e, quando veleggia su un motoaliante, il pilota aspetta fino all’ultimo momento prima di riavviare il motore per riprendere quota. Se, in quel momento, l’attuatore è troppo lento, l’operazione non è più possibile. L’attuatore CAR 22 posiziona il braccio porta-elica in soli 12 secondi, che corrisponde circa alla metà del tempo impiegato dagli altri velivoli della categoria. E questo fa la differenza. Gli attuatori compatti della serie CAR incorporano componenti di comprovata validità, quali le viti a sfere SKF ad alto rendimento, un robusto riduttore e motori a corrente continua o a corrente alternata di elevata qualità.

Una progettazione intelligente permette al costruttore di velivoli ultraleggeri, Pipistrel, di offrire una gamma di originali motoalianti con due posti affiancati. Benvenuti a bordo del Taurus!

Pipistrel è il nome di un’azienda slovena di piccole dimensioni, ma di grande rilevanza per il mondo dell’aviazione leggera, la cui sede è ubicata nella cittadina di Ajdovšina. Nell’ufficio di Ivo Boscarol, fondatore e titolare della società, nonché capo collaudatore, appesa alla parete c’è una carta geografica del mondo su cui è tracciata una linea rossa irregolare.

«La linea raffigura la rotta percorsa da uno dei nostri velivoli, il Sinus: ben 47.100 chilometri, in 79 giorni», spiega Boscarol. «È stato il primo volo in solitario intorno al mondo compiuto su un motoaliante ultraleggero».

Matevz Lenarcic, pilota dello storico volo, aggiunge: «Nei 79 giorni sono compresi i 14 giorni in Russia e gli 8 giorni in Mongolia in cui sono stato trattenuto per motivi indipendenti dell’efficienza del velivolo. Il Sinus si presta perfettamente alle lunghe distanze e, per compiere l’intero percorso, si sono resi necessari meno di 2.000 litri di carburante».

Il peso di un velivolo ultraleggero, al momento del decollo, è inferiore ai 450 chilogrammi, compresi pilota, passeggero, carburante e bagaglio. Il Sinus e la sua versione più piccola, il Virus, sono i primi motoalianti biposto del mondo.

Il termine «motoaliante» appare come una contraddizione poiché, solitamente, l’aliante «puro» è trainato da un velivolo a motore che, giunti in quota, provvede a sganciarlo. I motoalianti, invece, sono velivoli ultraleggeri, dotati di motori sufficientemente potenti da ren­-dere possibile il decollo senza necessità di traino. Una volta raggiunta la quota necessaria, il pilota spegne il motore e inizia a veleggiare, librandosi sulle correnti ascensionali. È sua facoltà riavviare il motore per riguadagnare quota.

L’obiezione più frequente è che i motoalianti contraddicano lo spirito che è proprio dell’aliante. In secondo luogo, si dice che conferiscano al pilota un falso senso di sicurezza, mentre, tra i sostenitori, è diffusa l’opinione che il motore garantisca maggiore sicurezza in quanto permette di sfuggire ai temporali. Inoltre dà la possibilità al pilota di spostarsi in qualsiasi momento, scongiurando il rischio di atterraggi lontano dalla base di partenza. In questi casi, infatti, è necessario disporre di un mezzo per il recupero e il trasporto di aliante e pilota al campo di partenza, cosa alquanto dispendiosa sia in termini di tempo sia dal punto di visto economico.

Il Sinus e il Virus sono realizzati in materiali compositi, quali resine epossidiche rinforzate con fibre di vetro, carbonio o Kevlar®. Numerose sono le innovazioni che caratterizzano questi velivoli, in particolare una, che sembra contrastare le comuni regole progettuali dell’aviazione ultraleggera: pilota e passeggero siedono affiancati.

 «La posizione affiancata dei due occupanti è una caratteristica che rende il Sinus, il Virus, e ora anche il nuovo Taurus, unici nella classe degli ultraleggeri», dichiara Boscarol.
 «Ci hanno preso per pazzi quando abbiamo scelto di sviluppare questo progetto. È vero che la seduta affiancata richiede necessariamente una fusoliera più ampia e che ciò presuppone una maggiore resistenza aerodinamica e prestazioni inferiori. Ma, a fronte di una perdita minima in termini di prestazioni, avvertibile solo in caso di competizione sportiva, questa progettazione intelligente presenta vantaggi considerevoli».

I posti di pilotaggio progettati in posizione affiancata consentono una maggiore facilità di comunicazione tra gli occupanti e, essendo entrambi dotati di una completa strumentazione di pilotaggio, l’utilizzo in addestramento è quanto mai indicato. Non ultimo, i cockpit sono pro­-gettati per quella che Boscarol definisce la generazione del fast-food: non ha senso progettare un velivolo dal profilo estremamente affusolato per ottenere la massima aerodinamicità quando il potenziale cliente pesa magari 130 chili.

L’ultimo nato in casa Pipistrel è il Taurus, un aliante motorizzato. Dopo oltre 200 ore di prove in volo risultate positive, molte delle quali eseguite dallo stesso Boscarol, da esperti collaudatori o da potenziali clienti, il prototipo è tornato in officina per essere completamente smontato. La fusoliera è servita come stampo con il quale avviare la produzione in serie. «La produzione deI primo Taurus è prevista per la fine del 2004», annuncia Boscarol. «Quindi procederemo alla produzione di un esemplare al mese per i primi mesi del 2005, poi due al mese nella seconda metà dell’anno per arrivare probabilmente a quattro velivoli all’inizio del 2006. Comunque la produzione di massa non è nel nostro stile: ogni velivolo è eseguito manualmente e con molta passione».
 
Come già per i cugini Virus e Sinus, anche il Taurus ha i posti di pilotaggio affiancati. Ma, mentre nei primi due il motore è posizionato nella parte anteriore, il Taurus è equipaggiato con un Rotax da 50 HP alloggiato nella fusoliera, dietro la cabina di pilotaggio, il quale aziona un’elica posta all’estremità di un braccio mobile. In fase di decollo o in volo, quando il pilota lo ritenga necessario, un attuatore spinge il braccio in posizione verticale in modo che l’elica, azionata a cinghia, possa ruotare liberamente. Quando l’azione motrice non è più necessaria, il pilota disinserisce il motore e il propulsore si allinea automaticamente al braccio di sostegno, che l’attuatore provvede a ritrarre alloggiandolo nella fusoliera, dove le coperture aerodinamiche si chiudono e niente è più visibile dall’esterno. A questo punto, il Taurus diventa un aliante vero e proprio.

Alcune cifre indicative: l’apertura alare del Taurus misura 15,2 metri, la fusoliera è lunga 7,17 metri, il peso a vuoto del velivolo è 279 chilogrammi, mentre il peso massimo al decollo è 450 chilogrammi. I serbatoi posti nelle ali hanno una capacità di 30 litri. La velocità massima è 205 chilometri orari e il rapporto di massima efficienza è 1:41, vale a dire che il Taurus può coprire una distanza di 41 metri con una caduta massima di un solo metro, risultato che quintuplica il rendimento dei tradizionali ultraleggeri. Al peso massimo al decollo, lo spazio necessario per il decollo è di 115 metri.

Recentemente, una rivista italiana ha scritto: «Il Taurus è assolutamente speciale. Esso è l’anello mancante tra un velivolo ultraleggero e un aliante; grazie ai posti di pilotaggio affiancati, rappresenta l’anello mancante tra un aliante per addestramento e un aliante sportivo; grazie al carrello di atterraggio retrattile e manovrabile, esso è l’anello mancante tra un aliante e un aeroplano».

Ajdovšina, cittadina in cui ha sede la Pipistrel, è a un’ora di auto da Lubiana, capitale slovena. «Questa è la mia città natale», racconta Boscarol. «Ajdovšina è straordinaria, da quasi un secolo possiede un campo d’aviazione. Volare ce l’ho nel sangue: ho iniziato da ragazzo con i modelli radiocomandati, fino ad arrivare a costruire il mio primo vero aeroplano, un trike, nel 1985. Il trike, o triciclo, è un piccolissimo aereo costi­-tuito essenzialmente da un’ala simile a quella di un deltaplano, un posto di pilotaggio sospeso posto sotto l’ala, un piccolo motore, un’elica e tre ruote, da cui il nome. Anche se la produzione di questi velivoli con­tinua tuttora, la Pipistrel è oggi concentrata sui motoalianti ultraleggeri Sinus, Virus e Taurus. «Di imminente uscita è un altro velivolo nella classe degli ultraleggeri, che sarà chiamato Arkus», annuncia Boscarol. «Non ha ancora volato, ma crediamo che potrà raggiungere una velocità massima superiore ai 400 chilometri orari».

Boscarol, che in Slovenia si è aggiudicato il titolo di imprenditore dell’anno 2003, non ha molto tempo da dedicare al divertimento, perlomeno non nei termini in cui s’intende comunemente questo termine. «La cabina di pilotaggio è il mio luogo di svago», sostiene. «Mi piace collaudare personalmente tutti i velivoli, compresi i prototipi. Per me, volare è come una droga, soprattutto quando, volando, collaudo i risultati del mio stesso lavoro».


Taurus

Apertura alare: 15.2 metri
Lunghezza: 7.17 metri
Superficie alare: 12.33 m2
Peso a vuoto: 279 kg
Peso massimo al decollo: 450 kg
Velocità massima: 205 km/h
Efficienza massima: 1:41