Alice Bah Kuhnke – Ritratto di una donna impegnata

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Sintesi

ETÀ: 37
RESIDENZA: a Nacka, a sud-est di Stoccolma.
FAMIGLIA: sposata e madre di due figlie.
HOBBY: “dedico molto del tempo libero alle figlie”.
FILM PREFERITO: “preferisco le commedie romantiche come quelle con Will Smith.”
ULTIMO LIBRO: Dreams from My Father di Barack Obama.
PERSONE CHE AMMIRA: coloro che sono abbastanza coraggiosi da seguire le proprie convinzioni.

Secondo Alice Bah Kuhnke di Sektor3, le organizzazioni di volontariato devono promuovere il proprio operato per farne apprezzare meglio l’impatto sul nostro modo di vivere.

Alice Bah Kuhnke, responsabile del nuovo think tank svedese Sektor3, è un viso noto a molti svedesi. All’età di 19 anni viene scelta per presentare il Disney Time ed è l’esordio di una carriera televisiva, prima come presentatrice e poi come giornalista investigativo, che durerà dieci anni. Lasciata la televisione, diventa tra l’altro capo del dipartimento “Ideas for Life” presso la società svedese Skandia. Nel 2004 viene assunta come segretario generale dell’Organizzazione per il Commercio Equo e Solidale, dove rimarrà fino all’istituzione del nuovo organismo, nel novembre 2008. Una carriera spesa per far sentire la propria voce.

“Ho sempre vissuto circondata da persone che sapevano chi ero, anche se non mi conoscevano personalmente”, esordisce Kuhnke. Questo perché a Horda, la cittadina nel sud della Svezia dove è cresciuta, con un padre originario del Gambia era la sola con la pelle scura.

“Forse è per questo che non ho mai avuto paura a essere sotto i riflettori”, aggiunge ridendo.

La vita vissuta a Horda ha fatto di lei un’attivista nel sociale. Situato al centro di quella che può essere definita la Bible Belt svedese, il paese ha tre diverse chiese protestanti molto attive e un numero di associazioni con adepti che si interessano di artigianato, scoutismo e varie specialità sportive.

“Era normale, crescendo, essere coinvolti in ogni genere di attività e questo ha influenzato molto la mia formazione personale”.

Come responsabile di Sektor3, Kuhnke rappresenta le 30 organizzazioni che ne fanno parte e le cui attività spaziano dall’ambito culturale e sociale a quello cooperativo o religioso.

Per spiegare la sua funzione, Kuhnke parla del settore che, all’interno della società svedese, comprende i gruppi civili. La varietà che lo caratterizza è enorme poiché i suoi costituenti sono definiti solo dalla partecipazione facoltativa in una determinata attività, gestita da membri che condividono un dato valore o un interesse. Si va dalla società di calcio giovanile alla compagnia teatrale locale, dalle società cooperative alle congregazioni religiose, passando per i programmi fedeltà dei supermercati.

La Svezia ha una popolazione di soli 9 milioni di abitanti, ma vanta 32 milioni di iscritti a 160.000 organizzazioni, il che significa che tutti più o meno fanno parte di qualche gruppo.

“Siamo uno dei paesi con più iscritti ad associazioni del mondo, ma non credo che la gente sappia quanto ciò è importante”.

In un questionario di Sektor3 è stata chiesta l’opinione dei principali esponenti politici in merito alla società civile.

“Tutti sono stati concordi nel dire che è stato fatto molto e bene, ma nessuno di loro ha una strategia politica al riguardo”. Il risultato ha rafforzato la sua convinzione sulla necessità di parlare di più del lavoro svolto per creare maggiore consapevolezza.

Kuhnke ritiene che, con i cambiamenti che la società sta vivendo, il sistema di welfare non basterà più a garantire un buon livello di istruzione o l’assistenza sanitaria per tutti, e ciò farà crescere l’importanza del settore civile.

“L’attuale situazione impone di guardare al volontariato con occhi nuovi, sia da parte delle organizzazioni stesse sia dal resto della società”.

Attraverso la ricerca e il dibattito Sektor3 intende aiutare le persone coinvolte in attività sociali ad affrontare i futuri cambiamenti, a prescindere dalla natura della causa che si persegue, sia che si tratti dell’attuale crisi finanziaria o delle questioni ambientali, quali il cambiamento climatico.

“La società civile deve essere analizzata a fondo al fine di valorizzare gli aspetti positivi ed evidenziarne i punti deboli. Dobbiamo separare il grano dal loglio, il positivo, che è tanto, dal negativo che pure esiste”.

L’approccio critico deve iniziare, secondo Kuhnke, in seno alle organizzazioni stesse, le quali, attraverso i seminari, i laboratori e le conferenze organizzati da Sektor3, ricavano gli strumenti per stimolare la discussione sia al loro interno sia all’esterno.

Molti gruppi civili svedesi si avvalgono di finanziamenti statali, ma è prevedibile che questi siano destinati a esaurirsi. Per questo occorrerà sviluppare nuove risorse e, in quest’ottica, le imprese possono svolgere un ruolo importante. Già in diversi paesi si prevedono sgravi fiscali per le aziende che dispensano fondi a scopo benefico ed è stato suggerito che anche la Svezia segua questa tendenza.

“Quando il Parlamento ha commissionato uno studio in proposito sono stati esaminati solo gli effetti che le eventuali riduzioni fiscali avrebbero prodotto sul budget dello stato”, commenta Kuhnke. “Ci sono numerosi altri aspetti da considerare”. In particolare, l’influenza di queste iniziative sulla società civile, i loro eventuali benefici e gli effetti sulla democrazia.

Sektor3 ha promosso la prima indagine comparativa in otto paesi che concedono sgravi fiscali a fronte di donazioni benefiche, i cui risultati sono stati resi noti durante la tradizionale assemblea annuale di Almedalen, sull’isola di Gotland, lungo la costa orientale svedese.

Dopo questa intervista, con decorrenza 1° settembre 2009, Alice Bah Kuhnke è stata nominata vice president, Sustainability and Corporate Social Responsibility, della società svedese di consulenza ÅF Group, che dà lavoro a 4.000 dipendenti.