Belli fuori, forti dentro

L’imballo deve rispondere a molte esigenze: deve trasformare forme complesse in forme unitarie e impilabili; deve trasformare prodotti fragili in oggetti che sopportano gli strapazzi del trasporto; deve poter unire svariate parti in un articolo singolo che possa essere appeso a un gancio nell’espositore del negozio. Anche quando una confezione è semplicemente un pezzo di cartone piegato con un fondo e un coperchio, deve funzionare alla perfezione nella macchina imballatrice. Deve essere economica e affidabile, mettere in evidenza e proteggere.

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Sintesi

La Horn Verpackung di Wertheim (Germania) è uno dei principali fornitori di imballi della SKF; l’azienda produce le caratteristiche scatole blu e rosse per cuscinetti di ogni genere, da quelli prodotti in massa agli enormi di oltre 30 kg. Rainer Lange calcola che 30 milioni di imballi vengano inviati annualmente alla SKF. La Horn ha sviluppato assieme alla SKF un cartone esclusivo che pur essendo resistente all’olio può essere incollato, stampato e piegato. La Horn provvede al magazzinaggio degli imballi pronti presso il suo stabilimento e li fornisce alla SKF ogni giorno a seconda delle necessità. I due partner, dice Lange, dipendono l’uno dall’altro. «Per poter adattare la produzione, è necessario che la SKF ci faccia sapere con esattezza quante unità di ciascun tipo di imballo prevede di utilizzare in un anno».

Soluzioni innovative per imballaggi, macchine durevoli e cartone del tipo giusto: ecco gli ingredienti del successo della Horn Verpackung.
L’imballo non è ciò che compriamo, ma potrebbe benissimo essere la spiegazione di perché compriamo un prodotto o di come esso abbia potuto arrivare fino da noi.

L’imballo deve rispondere a molte esigenze: deve trasformare forme complesse in forme unitarie e impilabili; deve trasformare prodotti fragili in oggetti che sopportano gli strapazzi del trasporto; deve poter unire svariate parti in un articolo singolo che possa essere appeso a un gancio nell’espositore del negozio. Anche quando una confezione è semplicemente un pezzo di cartone piegato con un fondo e un coperchio, deve funzionare alla perfezione nella macchina imballatrice. Deve essere economica e affidabile, mettere in evidenza e proteggere.

Secondo Rainer Lange, direttore dello stabilimento della Horn Verpackung a Wertheim in Germania, ciò che distingue la sua azienda è la volontà di accettare nuove sfide. Non importa se il cliente ha bisogno di una fornitura immediata o «just in time» oppure se sia in cerca di qualcosa di nuovo e mai visto prima: la Horn Verpackung fa di tutto per accontentarlo, purché il materiale impiegato sia cartone.

Prendiamo per esempio la Vileda, che produce articoli per la pulizia. Questa azienda voleva confezionare un mop, che è un articolo piuttosto grande, in un cosiddetto skin-pack: il prodotto viene poggiato su un cartone che permette il passaggio dell’aria, si applica uno strato di plastica trattata con adesivo, si aspira l’aria attraverso il cartone e la plastica aderisce al cartone là dove non tocca il prodotto. Per la Horn, la sfida consisteva nel trovare un cartone che fosse sufficientemente pesante per il mop ma che permettesse ugualmente il passaggio dell’aria. «Dato che un materiale così non esisteva – racconta Lange – abbiamo inventato un cartone a tre strati che lascia passare l’aria. Ecco perché ora produciamo milioni di cartoni per i mop Vileda».

Partire dal design
Per affrontare una sfida di imballaggio, la Horn parte sempre dal design. Stefan Koytek, responsabile di questo settore, deve creare una confezione pratica che includa gli eventuali inserti per mantenere il prodotto in posizione. I modelli vengono creati su computer e realizzati su un plotter. Ma non sempre funzionano fin dalla prima volta: un pezzo di cartone può sporgere, una linguetta può non fissarsi nella sua fessura. «Sedici anni fa, quando ho cominciato – racconta Koytek – disegnavamo e tagliavamo tutto a mano. Se qualcosa non andava bene, dovevamo ricominciare daccapo. Ora invece basta modificare una misura nel computer e tutto è pronto in pochi minuti». Koytek invia i prototipi delle confezioni al cliente, che aggiunge la grafica. Dopo l’approvazione finale, Koytek progetta gli utensili per fustellare la forma dell’imballo e per tracciare le linee lungo le quali il cartone va piegato.

Prima, però, l’imballo deve essere stampato. Le macchine da stampa della Horn sono una Heidelberg Speedmaster di 12 anni, che stampa fino a 13.000 fogli all’ora in pentacromia ed esegue la patinatura in una sola passata, ed una MAN di 30 anni, che è più lenta ma può stampare su fogli che misurano 100 x 140 centimetri. La velocità e l’affidabilità, dice l’operatore Richard Mark, dipendono in gran parte dalla qualità di cartone utilizzata.

Dopo la stampa, il cartone può essere montato su cartone ondulato ed inviato ad una fustellatrice. La fustellatura trasforma un pezzo di cartone in un imballo funzionale completo di tracce per la piegatura, fessure e linguette. L’operatore Josef Stang osserva che anche in questa fase la qualità del cartone è determinante per la velocità e l’affidabilità del processo.

L’incollatura
La Horn ha due macchine incollatici: una Bobst di 30 anni ed una Saturn di 15 anni. Entrambe funzionano ancora bene grazie all’affidabilità dell’attrezzatura. La Bobst è stata dotata di unità computerizzate supplementari che permettono l’applicazione contemporanea della colla attraverso sei ugelli, oltre che da un dosatore installato sotto di essa. Le macchine piegano automaticamente gli imballi e uniscono le parti in modo da fare aderire la colla. Poi gli imballi, appiattiti e pronti per essere riempiti, vengono impilati in scatole per il trasporto.

«Ogni ordinazione è diversa», dice Lange. Ogni imballo esige un nuovo attrezzaggio di tutte le macchine usate per produrlo; il prezzo dipende quindi dalla grandezza della serie di produzione. «Forniamo ogni quantità, da 50 a 30 milioni di unità – dice Lange – e ciascun imballo costa da due centesimi a 50 euro». La produzione attuale è di circa 80 milioni di pezzi all’anno ed il fatturato è di 8 milioni di euro.

Attualmente la Horn sta per trasferirsi in nuovi locali che permetteranno una maggiore efficienza e flessibilità.

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Quello che conta
Le macchine della Horn Verpackung contengono moltissimi cuscinetti SKF: la sola incollatrice Saturn ne ha 1400. I cuscinetti sono utilizzati principalmente per guidare i fogli attraverso il sistema e, dice il responsabile dello stabilimento Rainer Lange, anche se non sono soggetti a forti sollecitazioni, devono essere affidabili. I cuscinetti SKF offrono precisione e rigidezza e ciò permette una stampa di qualità notevole ad alta velocità, mantenendo il livello elevato che distingue i prodotti Horn.