Centrali di pompaggio

Le pompe GEHO prodotte dalla Weir Minerals Netherlands operano in condizioni gravose, negli ambienti più estremi. E ci si aspetta che non si rompano mai.

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Sintesi

La Weir Minerals Netherlands fa parte della divisione Minerals del Weir Group PLC (che ha sede in Scozia e dà lavoro a 9.000 persone in tutto il mondo). Situata a Venlo, in Olanda, la Weir Minerals ha alle sue dipendenze 400 persone, 10 delle quali sono dedicate allo sviluppo tecnologico e 30 nell’ambito dell’ingegneria.

Le pompe GEHO prodotte dalla Weir Minerals Netherlands operano in condizioni gravose, negli ambienti più estremi. E ci si aspetta che non si rompano mai.

Nell’atrio dello stabilimento, una pompa a pistone-membrana di un bel colore blu brillante attende di essere spedita in Cina, dove sarà impiegata in una fabbrica di alluminio. “È una pompa per l’alimentazione del digestore, costruita e collaudata in questo stabilimento”, annuncia Marjo Cox, responsabile pubbliche relazioni della Weir Minerals Netherlands, che ha sede a Venlo, in Olanda. “Il progetto è stato adattato alle esigenze specifiche di questa applicazione, al fine di garantire prestazioni ottimali. L’installazione è affidata a uno dei nostri collaudatori in Cina, il quale, a sua volta, si occupa di istruire il personale locale circa il funzionamento e la manutenzione”.

“Si tratta di una vera e propria centrale, ma non è la pompa più grande che abbiamo prodotto”, precisa Jan Joosten del settore acquisti. “In generale, i nostri prodotti trovano impiego in tre applicazioni del processo minerario: nel pompaggio su lunga distanza dei fanghi dalle zone di scavo verso i porti o gli stabilimenti di lavorazione; nella distribuzione del fango direttamente al sistema separatore del minerale grezzo dalla roccia; nel pompaggio dei residui di lavorazione, quali i fanghi rossi [nella lavorazione della bauxite] o le ceneri volanti verso discariche o pozzi di scavo inutilizzati. A livello globale, siamo i leader in questi ambiti applicativi, in particolare nel trasporto mediante canalizzazione, con una quota di mercato superiore al 90 percento”.

 

L’azienda vanta una lungaesperienza nel pompaggio di liquidi e fanghi. Già prima della Seconda Guerra Mondiale, la Weir Minerals Netherlands (allora GEHO Pompen) costruiva pompe per il deflusso sotterraneo. Successivamente vennero sviluppati prodotti per il pompaggio dei fanghi di depurazione e dei fanghi industriali e, negli anni ‘60, ebbe inizio la realizzazione di sistemi di pompaggio per fanghi minerali.

Il fango è costituito da una miscela di materia grezza e acqua, che espone i componenti mobili delle pompe a un’intensa usura. Per ovviare all’inconveniente, negli anni ‘70 fu realizzata la pompa a pistone-membrana GEHO, che prevede l’impiego di una membrana per separare il liquido abrasivo dalle parti in movimento della pompa. In quegli anni, presso lo stabilimento GEHO venne costruito un impianto di collaudo completo per studiare il comportamento della bauxite e di altri fanghi minerali.

“Era da tempo che l’industria mineraria desiderava trasportare i minerali mediante condotte. In tutto il mondo le aree estrattive si trovano in zone spesso inaccessibili, carenti, se non prive, di reti stradali e ferroviarie. Le distanze tra gli impianti di lavorazione e le zone di scavo sono sempre maggiori e, come risultato, le condutture rappresentano un’alternativa interessante dal punto di vista economico”, puntualizza Cox.

Il primo cliente delle pompe a pistone-membrana GEHO fu la VAW, azienda tedesca produttrice di alluminio, che, nel 1974, adottò il sistema nella regione della Ruhr. Ben presto seguirono altri clienti, tra i quali la Hoechst e la Thyssen Stahl, nonché una serie di contatti in Nord America finalizzati alla creazione di una piccola rete internazionale di agenti.

“Il settore minerario è relativamente coeso”, dichiara Cox. “Una buona reputazione è fondamentale e quindi diventa essenziale offrire prodotti di prim’ordine in termini di qualità, durata, disponibilità e, naturalmente, affidabilità. Il cedimento di una pompa provoca l’arresto dell’intero sistema”.

 

L’espansione internazionaledella GEHO si concretizzò nel 1990, in seguito all’acquisizione da parte della società statunitense Baker Hughes, che, nel 1994, trasferì l’intera produzione di pompe alla scozzese Weir Minerals (nel riquadro). “Entrare a far parte di un’organizzazione internazionale è stata un’evoluzione naturale per la GEHO” , dichiara Joosten. “Abbiamo mantenuto la nostra identità e la responsabilità delle vendite, oltre che della produzione e dello sviluppo, avendo l’accesso a una struttura internazionale formata dalle consociate del Gruppo Weir. Abbiamo beneficiato della vasta conoscenza ed esperienza della casa madre, oltre che della potenza finanziaria, il che ci ha permesso di prendere parte a progetti più importanti”.

Tra i progetti più recenti, la fornitura in Brasile di 18 pompe per le due stazioni di pompaggio di una conduttura lunga 550 km. Il peso di ogni pompa è di 80 tonnellate e per il trasporto saranno necessari 125 semirimorchi.

“Le pompe non sono prodotti standard”, sottolinea Joosten. “I nostri progetti tengono conto del tipo di applicazione, dei fattori ambientali e del tipo di fango. Prima viene esaminato un campione in laboratorio per valutarne le caratteristiche reologiche e, a seconda del risultato, suggeriamo o scegliamo il tipo di materiale più idoneo, che va dall’acciaio standard fino al titanio massiccio”.

“Le condizioni ambientali in cui operano le nostre pompe sono le più svariate. Si va dai – 40 °C in Alaska e Siberia ai + 40 °C della Nuova Guinea, dai 3.000 metri di profondità in Sudafrica ai 4.000 metri di altezza nelle Ande. Condizioni così estreme possono influenzare, per esempio, l’efficienza delle apparecchiature elettroniche di controllo. Mediante l’olio lubrificante fatto circolare intorno alla pompa possiamo raffreddare o riscaldare il sistema”.

 

Negli ultimi dieci anni, l’aumento dei prezzi delle materie prime e della domanda da parte dei mercati emergenti hanno portato a un vero e proprio boom per la Weir. “La nostra forza è sempre stata la velocità di realizzo dei nostri prodotti”, precisa Joosten. “Ma la difficoltà di reperire i materiali ci ha posti nella condizione di non avere abbastanza acciaio per costruire tutte le pompe che erano state ordinate per le miniere di ferro. Ogni pompa è personalizzata in base alle esigenze del cliente e quindi non è possibile tenere un magazzino, elemento che concede un margine di tempo esiguo per i fornitori. Si è ovviato al problema acquistando capacità produttiva, il che ci permette di avere i prodotti in tempo utile”.

“Gli ordini sono numerosi e c’è molta richiesta anche di servizi di manutenzione come follow-up dei nuovi progetti di costruzione”, afferma Cox.

Secondo Joosten, “Il settore è in continua evoluzione e la tendenza è quella di produrre pompe più efficienti in termini energetici e più mirate al tipo di processo, con particolari adattati alle esigenze specifiche, soprattutto per quel che riguarda le alte temperature. Si dà il caso che in fatto di prodotti su misura siamo degli specialisti e sappiamo perfettamente che le pompe non si devono rompere mai”.


Comunicazione proficua

Il solido rapporto che lega la Weir Minerals Netherlands alla SKF si basa su una comunicazione proficua. La collaborazione tra le due aziende è finalizzata ad anticipare le esigenze e gli sviluppi futuri. Con questi presupposti la SKF non si è limitata a fornire bielle e cuscinetti per piede di biella, ma ha anche attuato un programma di prenotazione della capacità di produzione, che coinvolge direttamente gli stabilimenti SKF interessati. Una comunicazione aperta tra il reparto contabilità della SKF e gli ingegneri e l’ufficio acquisti della Weir ha permesso di creare un clima di fiducia nel quale si è consolidato il rapporto di partnership.