Elicotteri strategie innovazione
Nata come azienda a conduzione familiare agli albori della storia dell’aviazione, la società è oggi uno dei massimi produttori di elicotteri a livello mondiale grazie a una serie di partnership, innovazioni e alleanze.
Sintesi
A seguito della variazione ciclica del passo delle pale, i relativi meccanismi di controllo sono sottoposti a forti sollecitazioni. La durata degli snodi che vi sono installati è infatti misurata in ore: circa 200 ore nelle condizioni più gravose e dieci volte tanto in quelle meno difficili.
Per risolvere questo problema, tre anni fa la AMPEP plc, azienda britannica con 40 anni di attività e dal 1988 affiliata di Sarma, impresa del gruppo SKF, ha realizzato uno snodo sferico, autolubrificante, rivestito in ceramica. Andrew Grogono, amministratore delegato di Ampep plc, afferma che con gli snodi di questo tipo si hanno durate da tre a cinque volte superiori, battendo i precedenti record di durata, per altro già detenuti da loro. Inoltre, riducendo significativamente i tempi di inattività, si abbattono i costi operativi dei meccanismi di controllo del rotore principale dell’elicottero.
Tutti i produttori di elicotteri europei utilizzano questi snodi ceramici (Ampep XLNT) in varie applicazioni del rotore principale, sia in campo militare che civile. Agusta, da circa 20 anni partner della SKF, li ha testati per due anni e li adotterà sul programma EH101 a partire dal 2004. La tecnologia ceramica è già stata introdotta con successo per il programma NH90 della NH Industries, un consorzio formato da AgustaWestland, Eurocopter e Fokker Aviation.
Nata come azienda a conduzione familiare agli albori della storia dell’aviazione, la società è oggi uno dei massimi produttori di elicotteri a livello mondiale grazie a una serie di partnership, innovazioni e alleanze.
L’area che circonda Cascina Costa, piccolo paese a 35 chilometri a nord di Milano, è stata a lungo associata ai trasporti militari. Il terreno pianeggiante e fertile, ideale per i cavalli, aveva favorito l’insediamento di scuderie da parte della Cavalleria italiana e la topografia rivelava una perfetta idoneità alla circolazione degli aerei.
Fu Giovanni Agusta, fondatore dell’azienda omonima, ora AgustaWestland, a cambiare il destino della cittadina: nel 1923, vi avviò la produzione di aeroplani e la fornitura di ricambi e servizi di manutenzione.
Negli anni ‘40, Domenico Agusta, figlio di Giovanni, forte dell’ottimo livello di competenza tecnica locale, con l’intento di sfruttare il boom nel settore motociclistico fondò la Meccanica Verghera (MV Agusta), che produsse e commercializzò motocicli tra il 1952 e il 1976.
Il passaggio agli elicotteri
La vera svolta industriale avviene nel 1952, quando Agusta sigla un accordo in cui l’americana Bell Helicopter autorizza l’azienda italiana alla produzione dei propri elicotteri. Analogamente, negli anni ’60, si creano ulteriori collaborazioni con le società americane Sikorsky, Boeing e McDonnell Douglas.
Agusta non si limita alla produzione su licenza e in breve tempo istituisce un settore di Ricerca e Sviluppo indipendente, che porta alla costruzione di nove prototipi, tutti testati in volo con successo.
La posizione di preminenza nel campo del volo verticale si consolida nel 1971 con il primo elicottero a doppia turbina A109 ad elevate prestazioni, prodotto interamente a Cascina Costa; Domenico morirà poco prima del volo inaugurale.
Due anni dopo, Agusta firma un contratto di cooperazione con l’EFIM, Ente Partecipazioni e Finanziamento Industria Manifatturiera, che acquista il 51% delle azioni societarie e attua un piano espansionistico finalizzato alla creazione del Gruppo Agusta, società aerospaziale per la produzione di aerei, elicotteri e sistemi. Seguono anni di intenso fermento.
Made in Europe
Alla fine degli anni ‘70, si avvia la partnership con la britannica Westland per la realizzazione dell’EH101, elicottero militare da 15 tonnellate, una collaborazione determinante per il futuro di entrambe le aziende. Nel 1983, Agusta inaugura l’A129 Mangusta, elicottero da combattimento, da quattro tonnellate, il primo del genere interamente progettato e realizzato in Europa.
Nel 1991 l’azienda, con 10.000 dipendenti, sperimenta un bilancio in negativo ma, l’anno seguente, un nuovo gruppo di dirigenti attua il piano di riorganizzazione: l’attività primaria diventa la produzione di elicotteri, vengono liquidate tutte le attività secondarie e si intraprendono iniziative volte ad ottimizzare la produzione, tra cui un taglio della forza lavoro che, nel 1994, è ridotta a 5.000 unità, pur con 1.000 dipendenti nel settore Ricerca e Sviluppo. Nel 1995 inizia la realizzazione di due nuovi prototipi, il bimotore A109 Power e il monomotore A119 Koala.
Ne scaturisce una rinnovata competitività e l’azienda entra a far parte della Finmeccanica. Nel 1998, Bell Helicopter Textron e Agusta creano la Bell/Agusta Aerospace Company: 46 anni dopo l’autorizzazione a produrre concessa da Bell ad Agusta, le due società diventano partner nello sviluppo di due nuovi prodotti, l’elicottero Agusta AB139 e il tiltrotor BA609, un convertiplano che combina le caratteristiche di un aereo a turboelica con quelle di un elicottero.
Un’alleanza proficua
Nonostante i successi riportati, Agusta ritiene che le nuove sfide imposte dalla globalizzazione, nonché l’incremento dei costi di sviluppo e la concorrenza sempre più agguerrita, rendano necessaria un’alleanza strategica. La scelta ricade su Westland, già partner nel programma EH101 e nell’aprile 1999 vengono siglati accordi tra Finmeccanica e GKN, rispettivamente azionisti di Agusta e Westland. L’impresa in partecipazione paritaria diventa operativa il 1° gennaio 2001 e, dopo appena un anno di attività, si classifica prima per fatturato tra le aziende mondiali del settore.
«La fusione, attuata per rafforzare la nostra presenza sul mercato e abbattere i costi, è stata un connubio perfetto», dichiara Giuseppe Orsi, amministratore delegato di Agusta. «I nostri prodotti e quelli di Westland si sono integrati perfettamente, senza alcuna sovrapposizione. Le due aziende hanno in comune una storia simile e i nostri mercati sono complementari».
Attualmente la forza lavoro di AgustaWestland è di quasi 9.000 dipendenti e nel 2002 i ricavi hanno raggiunto 2,7 miliardi di euro, confermando l’andamento in crescita registrato nei suoi tre anni di vita e il raggiungimento delle sinergie di costo.
Nuova strategia
Nel 2002 la produzione industriale è stata di 772 elicotteri a livello mondiale, per un valore totale di 5,2 miliardi di dollari. Le aziende concorrenti in questo settore sono cinque: AgustaWestland ed Eurocopter in Europa; Bell, Sikorsky e Boeing negli Stati Uniti. Orsi spiega che questo numero è probabilmente destinato a ridursi e che saranno competitività e innovazione ad assicurare la sopravvivenza di AgustaWestland. «A metà degli anni ’90, Agusta aveva già individuato nelle alleanze e nelle partnership, i due capisaldi della nuova strategia per creare competitività e innovazione tecnologica, affiancate da una gamma di prodotti in grado di soddisfare le nuove esigenze».
Il mercato commerciale, che segue trend economici a più breve termine, è sensibile a vari influssi. Attualmente, circa il 40% delle vendite di AgustaWestland sono commerciali. Uno dei prodotti più innovativi in fase di studio presso Agusta è il BA609, il primo tiltrotor al mondo da sei tonnellate. Due volte più veloce di un elicottero, il BA609 sarà disponibile dal 2007 e porterà una vera rivoluzione nel mondo dei trasporti.
Questo modello rappresenta il prodotto di punta della più vasta gamma di elicotteri nell’industria e testimonia che il moderno stabilimento di Cascina Costa è pronto a qualsiasi sfida.