Nuova disposizione nuovo futuro

La soluzione a un antico problema di manutenzione apre nuove frontiere alla collaborazione tra la SKF e la società mineraria LKAB. E ridà impulso alla più settentrionale delle città svedesi.

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Sintesi

Nel 1890 nasceva la Luossavaara-Kiirunavaara Aktiebolaget, LKAB, allo scopo di sfruttare i giacimenti già scoperti nel 1600. Oggi la società è un gruppo internazionale che produce minerali ferrosi altamente arricchiti per l’industria dell’acciaio e dà lavoro a 3.500 persone, in 30 società, in 15 paesi. Nel 2005 sono stati estratti 36 milioni di tonnellate di minerale grezzo e la produzione di minerale ferroso è stata di 23 milioni di tonnellate. Sempre nello stesso anno, le vendite sono state pari a 1,5 miliardi di euro.
Il minerale estratto a Kiruna viene lavorato e trasformato in pellet per essere spedito ai clienti dell’industria dell’acciaio. Alla fine del 2006, la LKAB aveva in funzione cinque impianti di pellettizzazione, l’ultimo dei quali avviato verso la fine dell’anno. È in previsione l’apertura di un sesto impianto a Kiruna nel 2008.

La soluzione a un antico problema di manutenzione apre nuove frontiere alla collaborazione tra la SKF e la società mineraria LKAB. E ridà impulso alla più settentrionale delle città svedesi.

Kiruna è la città più a norddella Svezia. Qui si trova una delle miniere sotterranee per l’estrazione di minerale di ferro più grandi del mondo. La città si è sviluppata intorno a questa unica industria, che dà lavoro a un terzo della sua popolazione attiva. In un modo o nell’altro, quasi tutti qui dipendono dalla miniera. I depositi di minerale di ferro si estendono per oltre quattro chilometri, persino al di sotto della città, ed è probabile che l’espandersi delle attività minerarie costringa alcune zone della città a migrare. Tutti lo sanno e non ne parlano nemmeno.

L’attività mineraria si svolge da secoli nell’area di Kiruna. Nel 2005, la LKAB, la società che gestisce le miniere di Kiruna e Malmberget, ha estratto 36 milioni di tonnellate di minerale grezzo ad una profondità di 1.000 metri. Una volta estratto, il minerale viene lavorato (“arricchito”) ed esportato ai clienti dell’industria dell’acciaio in Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Sudest asiatico.

La LKAB è fiera della qualità offerta, fattore che, secondo Ola Johnsson, vice presidente e responsabile della mining division, contribuisce alla sua competitività. Tuttavia, nel mercato mondiale delle esportazioni di minerali ferrosi, la società rappresenta solo il 3%. La quota più consistente, pari a oltre il 70%, è costituita da quelle aziende che Johnsson definisce “le tre grandi”, precisamente l’australiana BHP Billiton, la britannica Rio Tinto e la Companhia Vale do Rio Doce del Brasile. Qualità elevata e massima automazione dei processi estrattivi sono i requisiti essenziali per mantenere una posizione competitiva e, a tal fine, la LKAB ha sul tavolo una serie di iniziative volte a migliorare la produttività, l’efficienza e l’ambiente.

 

Questi fattori procedonodi pari passo, in particolare presso gli impianti di arricchimento del minerale di Kiruna e di Svappavaara, 50 km più a sud. Qui, e nel terzo impianto di Malmberget, la LKAB ha in funzione 33 enormi mulini di frantumazione orizzontali, dove il minerale di ferro viene gradualmente ridotto in frammenti molto piccoli, che, al momento dello scarico, misurano circa 45 millesimi di millimetro. A questo punto il minerale è pronto per il passaggio successivo.

Ogni mulino è sostenuto alle due estremità da un cuscinetto di grandi dimensioni. Questa disposizione, che risale a circa 30 anni fa, fa sì che i cuscinetti siano soggetti ai danneggiamenti provocati dall’ingresso di sostanze contaminanti, quali i residui della macinazione e l’acqua impiegata nel relativo processo. Il grasso idoneo viene costantemente pompato attraverso i cuscinetti (circa 900 kg all’anno) sia per l’opportuna lubrificazione sia per respingere le sostanze contaminanti. Per contro, la stessa quantità di grasso fuoriesce dai sopporti, rendendo necessario rimuovere gli eccessi per evitare di sporcare l’ambiente. Una società specializzata in questo tipo di interventi assolve il compito per mezzo di idranti ad alta pressione – operazione che aumenta il rischio di corrosione dell’ambiente in cui operano i cuscinetti.

 

Nell’intento di risolverequesto problema, nel 2002 fu avviato uno studio congiunto tra la LKAB e la SKF, che portò alla creazione di un gruppo di lavoro con il compito di migliorare l’efficacia delle tenute, ridurre il consumo di lubrificante e limitare le esigenze e i costi relativi alle ispezioni e alla manutenzione. La SKF confrontò la sistemazione dei cuscinetti esistente con un progetto di nuova realizzazione, studiato per il settore cartario, il quale si trovava a fronteggiare analoghi problemi di contaminazione e corrosione.

La SKF propose quindi una nuova soluzione che fu messa in opera in via sperimentale presso l’impianto di Svappavaraa nell’ottobre del 2004. Il nuovo progetto era caratterizzato da una versione modificata di tenute incorporate a doppio labirinto, lubrificate con grasso. La soluzione si dimostrò in grado di soddisfare i requisiti del progetto originale nelle operazioni quotidiane. “I tempi di manutenzione dell’unità erano passati da 10-12 ore all’anno a meno di due, e il consumo di grasso era stato ridotto a 20 kg all’anno”, ricorda Yvonne Björn­ström, capo manutenzione a Svappavaraa. “Un risparmio davvero notevole”. Björnström ha fatto parte del gruppo di lavoro che si è occupato del progetto sin dell’inizio. La LKAB sta valutando l’ipotesi di sostituire gradualmente tutte gli attuali sistemi di cuscinetti.

“L’obiettivo è conservare la nostra posizione di produttori di livello internazionale diventando una vera e propria parte integrante delle linee di produzione dei nostri clienti”, dichiara Ola Johnsson. “E questo è ciò che chiediamo ai nostri fornitori. Non possiamo fare tutto da soli, dunque abbiamo bisogno di poter contare su partner a lungo termine”. Il partner ideale, come egli stesso lo definisce, è quello che sa capire il problema della LKAB, lo risolve e sviluppa soluzioni per il futuro.


MCC (Mining Control Centre) AB

Altro esempio di collaborazione strategica tra la LKAB e la SKF è l’MCC (Mining Control Centre) AB, una joint-venture creata con la Sandvik. Fondata nel 2003, la società, che ha sede a Kiruna, ha oggi un fatturato annuo di 1,4 milioni di euro e uno staff formato da 16 persone tra tecnici e ingegneri, i quali hanno il compito di acquisire, misurare e analizzare i dati di vibrazione on line provenienti dagli impianti, al fine di rendere più efficaci le attività di manutenzione preventiva della LKAB.

L’MCC adotta indicatori chiave di prestazione (key performance indicators, KPI) appositamente individuati con la LKAB, con i quali riesce a dimostrare i vantaggi di questa strategia: i profitti realizzati finora dalla LKAB superano di 10 volte il costo della sua partecipazione nell’MCC.

L’idea che muove le attività dell’MCC è utilizzare gli strumenti per il condition monitoring e lo sviluppo della manutenzione, principalmente nell’industria estrattiva e della lavorazione dei minerali (ha preso parte al progetto per la nuova sistemazione dei cuscinetti fin dall’inizio). L’intento è promuovere un centro di eccellenza di livello internazionale e, anche se attualmente il principale cliente è la LKAB, che rappresenta il 95% dell’attività, ci si aspetta uno sviluppo nell’arco di tre-cinque anni che porterà a diminuire questa quota al 50% circa.

“Per tutti noi si tratta di un nuovo modello imprenditoriale”, sostiene Jonas Kemi, amministratore delegato della MCC, sebbene riconosca che la SKF e la LKAB collaborano da oltre 90 anni. “È una vera partnership, non un semplice outsourcing, ed è anche il modo migliore per costruire una collaborazione trasparente e veramente aperta”.

Ma c’è anche un altro motivo per cui questa collaborazione è importante. All’inizio del nuovo millennio, il top management della LKAB cominciò a parlare di “servizi che aggiungono valore”. Nel considerare quale fosse la principale minaccia nel futuro della LKAB, i dirigenti decisero che si trattava dello sviluppo sociale nella Svezia settentrionale. Negli ultimi 30 anni, un terzo della popolazione era emigrato; Kiruna era passata da 30.000 abitanti alla fine degli anni ‘70 agli attuali 20.000, con un evidente effetto a catena, non solo sulla futura forza lavoro, ma anche su temi quali l’assistenza sanitaria, i trasporti e altri ancora.

Tra gli obiettivi di fondo di questa collaborazione c’è appunto il tentativo di creare nuove opportunità e nuovi servizi per questa regione del paese, al fine di rendere più allettante la permanenza nell’area (oltre a, naturalmente, recare vantaggi alle attività principali dei partecipanti all’impresa). All’aeroporto di Kiruna si vedono già i primi, incoraggianti segni di un nuovo approccio al turismo, che prevede di trasformare le vecchie miniere in ampie strutture per attività ricreative.


Un rapporto di lunga durata

La collaborazione tra la LKAB e la SKF dura da quasi cento anni. Le prime prove con i cuscinetti a sfere della SKF risalgono al 1913, quando, presso la miniera di Malmberget, i carrelli su rotaia Norberg, che trasportavano il minerale di ferro, erano stati dotati di cuscinetti SKF.

In un articolo sull’SKF Ball Bearing Journal del 1927, la LKAB attestava che da quando i carrelli Norberg erano stati equipaggiati con i cuscinetti SKF, non si era più verificato alcun cedimento. Nel 1914, di fronte alla scelta se istituire un terzo turno per soddisfare l’aumento della domanda di esportazioni, la LKAB decise piuttosto di utilizzare carrelli più larghi e di equipaggiarli con i cuscinetti SKF. Il risultato fu che la locomotiva che prima trainava un treno formato da carrelli da 35 tonnellate, era ora in grado di trainare lo stesso numero di carrelli, ma da 55 tonnellate, a parità di potenza e di personale impiegato. L’idea del terzo turno fu abbandonata e, grazie ai cuscinetti SKF, si realizzarono annualmente ingenti risparmi.