Obiettivo Zero Emissioni: i passi di SKF
La lotta al riscaldamento globale è in cima all’agenda di molte grandi aziende. Tra queste SKF, che ha intensificato gli sforzi per estendere l’obiettivo di azzerare entro il 2030 le emissioni derivanti dalle proprie attività produttive all'intera catena di fornitura, dalle materie prime ai prodotti finiti, entro il 2050.
Lannering si riferisce alle crescenti implicazioni strategiche della crisi climatica mondiale. Proporre soluzioni sostenibili e ridurre i gas serra non sono obiettivi da perseguire solo per un paio d’anni. Viviamo una fase di cambiamento irreversibile dei mercati, e chi prima si adatta, meglio si posiziona.
“Penso che non ci sia azienda posizionata meglio di SKF per prendere parte a questo cammino e cogliere le opportunità che si presentano. Nella nostra azienda ci sono persone di incredibile talento, che si adoperano affinché ciò avvenga. Lavoreremo con i nostri clienti, ma faremo anche da apripista per le nostre attività e per quelle della catena di fornitura”, dichiara.
La scienza del clima è chiara e conosciamo il piano di azione necessario.
L’Accordo di Parigi mira a raggiungere gli obiettivi di emissioni nette zero (net zero) entro il 2050. Ma il divario tra le indicazioni della scienza e le azioni intraprese dall’uomo è ancora enorme: il 2023 si avvia a diventare l’anno con i più alti livelli di emissioni di CO2 nella storia dell’umanità.
Secondo una ricerca della University of New South Wales di Sydney, il principale emettitore è il settore industriale, che nel 2018 ha rilasciato nell’atmosfera 20,1 gigatonnellate di CO2, pari al 35 percento delle emissioni globali. Per le imprese industriali, decarbonizzare è un bisogno stringente, che presenta enormi sfide e opportunità, tanto per le loro attività quanto per quelle della catena di fornitura e dei clienti.
Le imprese pionieristiche rispondono all’iniziativa per limitare l’innalzamento della temperatura
Molte imprese stanno gradualmente trasformando il loro modo di operare e si pongono obiettivi ambiziosi, in linea con quelli scientifici. Più di 1.000 aziende pionieristiche, tra le quali SKF nel 2021, hanno aderito alla Science Based Targets Initiative (SBTi), che aiuta le imprese a definire obiettivi di riduzione delle emissioni sufficientemente allineati con quelli dell’Accordo di Parigi per contenere l’innalzamento della temperatura globale entro 1,5°C dai livelli preindustriali. Ciò comporta il dimezzamento delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il raggiungimento di zero emissioni nette entro il 2050.
Tuttavia, all’inizio di quest’anno, il rapporto Power Forward 4.0 del Worldwide Fund for Nature (WWF) ha svelato che solo il 20 percento delle aziende nella classifica Fortune 500 ha obiettivi basati sulla scienza, sebbene il 60 percento di queste abbia assunto un impegno di ordine climatico o energetico.
Le industrie dipendono da altri
SKF ritiene di poter contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione del pianeta. Come? Guidando l’innovazione e la crescita per sé e per i propri clienti.
“Per centrare l’obiettivo occorrono grande concentrazione e impegno tanto di coloro che operano all’interno della nostra organizzazione quanto dei fornitori lungo l’intera catena del valore”, sostiene Rickard Gustafson, CEO di SKF.
“Il cambiamento e l’innovazione richiesti sono di entità e velocità tali da non avere precedenti. Ma da soli non possiamo farcela. Lavoreremo con tutte le parti interessate per sostenere le azioni. Da parte nostra, affrontiamo il compito come abbiamo sempre fatto, con determinazione, competenza e fiducia. Perché siamo ingegneri. Risolvere i problemi è il nostro mestiere. Per dirla in breve, in SKF è in atto la decarbonizzazione”.
Ma per raggiungere questi obiettivi sono molte le influenze e le dipendenze da considerare. Le industrie dipendono dai fornitori, che a loro volta sono clienti dall’altro capo della catena. Per SKF, realizzare una catena del valore a emissioni nette zero, dalla “culla al cancello” (cradle-to-gate), significa lavorare da un lato con i fornitori di materie prime, in particolare l’acciaio, e dall’altro con i fornitori di logistica.
Il cambiamento e l’innovazione richiesti sono di entità e velocità tali da non avere precedenti. Ma da soli non possiamo farcela
Rickard Gustafson
CEO, SKF
SKF lancia un programma di riduzione delle emissioni
Per contribuire a mitigare il cambiamento climatico, SKF ha stabilito un programma chiaro, che coinvolge l’intera catena del valore – dalla materia prima al prodotto finito consegnato al cliente – con l’importante obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050, se non prima.
Rob Jenkinson, Operational and Group EHS & Sustainability Manager, ha fatto parte del team interfunzionale che ha elaborato la strategia ecologica dell’azienda. Per SKF è un’ottima base da cui partire.
“È dal 2001 che SKF valuta l’impatto della CO2 nella propria organizzazione. E dal 2007 l’azienda ha aumentato del 60 percento i ricavi, riducendo nel contempo le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla produzione del 40 percento”, sottolinea.
Ma qualunque sia lo sforzo di SKF, questo s’inserisce in un quadro globale. Le imprese, da sole, non possono realizzare ciò di cui il mondo ha bisogno. I governi devono fare la loro parte nel definire politiche coraggiose e coordinate. Dalla Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, COP 26, e da altre iniziative, dovranno arrivare conclusioni positive e vincolanti, che spingano a un’azione duratura. Questo significa dare un prezzo alle emissioni di carbonio a livello mondiale, che sia adeguato agli effettivi costi ambientali e sociali. Così facendo, le industrie e le imprese sarebbero incentivate ad agire per ridurre, e infine annullare, tali costi.
SKF facilita il raggiungimento degli obiettivi dei clienti
“È attraverso i nostri clienti che possiamo essere facilitatori determinanti nella transizione da un’economia basata sul carbonio a una decarbonizzata. I prodotti, i sistemi e i servizi SKF favoriscono lo sviluppo di tecnologie pulite, siano esse già esistenti o emergenti”, sostiene Jenkinson.
Le tecnologie e le innovazioni di SKF, infatti, sono già state adottate per sistemi come turbine eoliche e veicoli elettrici, nonché per i pionieristici sistemi dell’emergente industria dell’energia dalle maree.
Per tutti i clienti, SKF può facilitare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica ottimizzando i propri prodotti e i loro sistemi, per esempio riducendo i pesi e l’attrito, nonché contribuendo alla progettazione di sistemi più efficienti in termini energetici ed emissivi.
Sottolinea Jenkinson: “Possiamo favorire notevoli riduzioni dei consumi di energia e delle emissioni per i clienti in qualsiasi settore industriale, grazie all’ottimizzazione del design dei nostri prodotti e dei loro”. Questo si ottiene, per esempio, rendendo i prodotti SKF più efficienti, più leggeri e più duraturi, nonché supportando i clienti con tecniche avanzate di modellazione e simulazione per migliorare la progettazione dei sistemi. Anche i contratti Rotating Equipment Performance contribuiscono a ridurre al minimo i consumi energetici e le emissioni, e a ottimizzare le performance dei processi dei clienti.
“Combinando i diversi approcci, siamo potenzialmente in grado di contribuire notevolmente alla trasformazione verso un mondo a impatto zero e, al contempo, guidare l’innovazione e la crescita nostra e dei nostri clienti”, aggiunge Jenkinson.
“Ma i nostri obblighi morali e aziendali non si limitano alla capacità di facilitare la trasformazione dei clienti. Dobbiamo anche ridurre le emissioni inquinanti derivanti dalle nostre attività produttive e da quelle dell’intera catena di fornitura. Così facendo, diamo un esempio positivo a clienti, fornitori e stakeholder, e creiamo un vantaggio competitivo a lungo termine riducendo i costi e i rischi”.
“Vediamo inoltre che i clienti nutrono sempre più aspettative affinché SKF si approvvigioni di prodotti a basso impatto di produzione”, dice Jenkinson.
“Molti di loro non si limitano più a valutare l’impatto che i prodotti e i processi hanno in fase di utilizzo, cioè quando le macchine sono in funzione, ma cercano di capire come ridurre l’impatto a monte, ossia quando le macchine vengono costruite”.
La catena di fornitura conta quanto le attività produttive
SKF si è posta l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra derivanti dalla catena di fornitura e dalle proprie attività entro il 2050. Vale a dire che entro quella data, se non prima, le attività lungo l’intera catena del valore SKF, dalla materia prima al prodotto finito e consegnato al cliente, dovranno essere a impatto zero. Parlando dei propri stabilimenti, SKF conta di raggiungere l’obiettivo molto prima, già entro il 2030. I suoi obiettivi saranno allineati per rispettare i limiti ambiziosi dell’Accordo di Parigi di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C.
Per raggiungere la neutralità carbonica nel 2050, SKF ha stabilito un programma credibile e trasparente ma coraggioso, e lo ha suddiviso in obiettivi intermedi quinquennali per ciascuna categoria. In questo modo l’azienda può adattarli all’evoluzione delle nuove tecnologie e delle necessarie azioni governative.
La produzione dell’acciaio incide per il 7 percento sulle emissioni globali di anidride carbonica. Come fa notare il CEO Rickard Gustafson: “L’acciaio è di gran lunga il maggiore emettitore di anidride carbonica a monte della catena di fornitura SKF. La transizione dall’attuale infrastruttura globale di produzione dell’acciaio a una a impatto zero è un’impresa enorme. Stiamo già lavorando con i nostri fornitori di acciaio su questo, ma se il cambiamento è unilaterale, ci sono dei limiti. Ci adopereremo insieme ad altri utilizzatori industriali di acciaio che la pensano come noi per favorire i cambiamenti strutturali necessari, e lo faremo con la nostra attiva adesione alle iniziative SteelZero e ResponsibleSteel”.
Stabilite importanti priorità
In sostanza, SKF sta concentrando gli sforzi su diversi fronti, all’interno della propria organizzazione a livello globale e con i fornitori. L’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2030 delle attività produttive verrà perseguito con un approccio aggressivo atto a migliorare l’efficienza energetica e dei materiali, nonché con l’adozione di sola energia rinnovabile. Una grande sfida consiste nell’eliminare l’uso del gas dai processi di riscaldamento industriale e degli edifici a favore di biomasse e dell’elettrificazione.
“Siamo fiduciosi di riuscire nell’intento, perché due delle nostre fabbriche hanno già fatto questo passaggio e altre due sono in procinto di farlo”, commenta Rob Jenkinson.
Ora che le priorità per ottenere il massimo impatto sulla riduzione delle sue emissioni globali sono state stabilite, SKF può concentrarsi sulle attività che generano oltre 10.000 tonnellate di anidride carbonica. Queste riguardano i materiali diretti, gli stabilimenti SKF, il trasporto verso i clienti e dai fornitori, le attività IT, i materiali indiretti, i viaggi dei dipendenti e di lavoro.
“Il secondo grande emettitore di gas serra è il trasporto”, osserva Jenkinson. Per questo SKF sta evitando il più possibile l’uso del trasporto aereo per individuare il mezzo più efficiente. Anche in questo caso, SKF ritiene che sia necessario un approccio collaborativo per incoraggiare l’industria dei trasporti ad attuare profondi cambiamenti.
Nel 2007, alla ricorrenza dei suoi primi 100 anni di attività, l’azienda era fortemente consapevole che la sua tecnologia avrebbe potuto contribuire concretamente al risparmio energetico globale, e così è stato. All’epoca, uno dei suoi ricercatori senior, Fred Lucas, aveva sottolineato: “Dobbiamo cambiare il nostro comportamento a vantaggio delle generazioni future”. Le sue parole risuonano oggi più vere che mai, e ancora più stringenti.
Come dice Rob Jenkinson, “Net zero entro il 2050 sembra un obiettivo remoto, ma per raggiungerlo il mondo deve fronteggiare una sfida enorme, che richiede investimenti per migliaia di miliardi di dollari”. Fermare il cambiamento climatico è l’impresa più grande che il mondo abbia mai affrontato, ma SKF ritiene che l’industria abbia la responsabilità di travalicare le proprie responsabilità per ridurre le emissioni di anidride carbonica.