Rahel Frey – Una donna in corsa

“La donna più veloce della Svizzera”, così titola un articolo apparso di recente per descrivere Rahel Frey, e non si riferisce al suo stile di vita, ma alla sua carriera.

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Sintesi

ETÀ: 22
RESIDENZA: in Svizzera, ad Aedermannsdorf, una cittadina a metà strada tra Basilea e Berna.
FAMIGLIA: mamma Elizabeth, papà Heinz, la sorella maggiore Jenny e il fratello minore Enzo.
INTERESSI: Primo, le corse automobilistiche, secondo, le corse automobilistiche e, terzo, le corse automobilistiche. I miei hobby
sono la bici, la corsa, il pattinaggio e l’arrampicata.
FILM PREFERITO: Nessuno. “Guardo i film molto raramente”.
LIBRO PREFERITO: Nessuno in particolare. “Mi piacciono le autobiografie, specialmente quelle degli sportivi”.

“La donna più veloce della Svizzera”, così titola un articolo apparso di recente per descrivere Rahel Frey, e non si riferisce al suo stile di vita, ma alla sua carriera.

Sono poche le donnepilota nelle corse automobilistiche internazionali. “Ne conosco solo otto, me compresa, che gareggiano sulle monoposto nelle varie competizioni internazionali”, confida la giovane pilota svizzera Rahel Frey, aggiungendo, con un pizzico di orgoglio, che quattro di loro sono svizzere.

Frey esordisce a 12 anni con le gare di go-kart, i quali sono equipaggiati con motori che vanno da 60 a 250 cc, sembrano auto di Formula 1 in miniatura e, nella classe Superkart, possono raggiungere velocità anche di 240 chilometri orari. Il karting è generalmente visto come il trampolino di lancio verso sport automobilistici più costosi, dove si raggiungono velocità superiori. Prova ne è che alcuni dei più grandi piloti di Formula 1 hanno iniziato la loro carriera come kartisti.

“Ho mostrato di avere talento già da piccola e mio padre, che aveva gareggiato anche lui da bambino, mi ha incoraggiata, anche se mia madre avrebbe preferito che dedicassi più tempo ed energie allo studio”, ricorda Frey.

Compiuti i 18 anni, dopo sei stagioni nel karting, Frey decide di fare sul serio e, nel 2004, debutta nel campionato svizzero di Formula Renault 2000, dove ottiene il quarto posto. Nel corso della stessa stagione conquista la vittoria sul circuito di Digione ed è la prima donna a meritare il titolo. L’anno successivo si piazza terza nel campionato svizzero su un totale di trenta partecipanti, conquista due vittorie, sei podi e sette giri più veloci in nove turni. Questi risultati le aprono le porte dell’Eurocup Formula Renault 2000, nel 2006, e dell’International Formula Master l’anno seguente.

È uno svantaggio essere una donna nelle corse automobilistiche? “Sì e no. La maggior parte degli uomini dà per scontato che siamo più deboli, ma non è la forza fisica il problema. Sono in ottima forma, mi alleno regolarmente per rafforzare le braccia, il collo e le spalle. Per migliorare la resistenza corro e vado molto in bici e mi dedico anche all’arrampicata, che aiuta la concentrazione mentale. Ciononostante, le donne devono mettersi alla prova – e dimostrare la loro resistenza fisica e mentale – prima di essere completamente accettate dal team.

“D’altra parte, penso che per le donne sia più facile trovare degli sponsor, ed è molto importante nelle corse automobilistiche trovare chi contribuisce alle spese. Solo pochi grandi piloti di Formula 1 riescono a guadagnare molti soldi mentre, per quelli come me, partecipare è molto costoso e i premi in denaro, quando ci sono, sono irrisori. Si deve pagare per tutto – la vettura, l’iscrizione, le quote di ammissione, gli interventi sul motore, i pneumatici e gli spostamenti presso i vari eventi.

Frey non si può permettere un manager. “Sono io il manager di me stessa e, sebbene questo mi impegni molto, mi consente anche di conoscere meglio il settore e di crescere. Di solito è il manager che si occupa di trovare le sponsorizzazioni e di negoziare le condizioni, ma, facendo tutto da sola, dedico a questa attività la maggior parte del tempo libero da gare o da allenamenti”.

Questa veloce, giovane donna ride molto. “Sono una persona di indole allegra, ma quando indosso il casco mi trasformo. I meccanici ai box mi dicono che divento un’altra: seria, e perfino aggressiva”.

Quali ritiene siano i suoi punti di forza e quali quelli più deboli? “È difficile giudicare il proprio carattere. Direi che sono molto determinata e decisa, caratteristiche vantaggiose per quanto riguarda le corse, ma che mi creano qualche problema nella vita privata. Il mio punto debole è l’impazienza, un vero handicap nell’automobilismo. Durante una gara, un buon pilota sa aspettare il momento opportuno per effettuare un sorpasso in sicurezza. Bisogna tenere a freno il motore per alcuni giri fino a quando la situazione non offre uno spiraglio ed è questa attesa che trovo difficile”.

Cos’ha in mente per il suo futuro? Frey confessa di non averci ancora pensato. “Molti credono che per essere un pilota basti semplicemente salire sull’auto e mettere in moto. Ma non è così. Le corse automobilistiche richiedono molto allenamento, pratica e concentrazione. Pianifico con cura la tattica di gara, collaudo le autovetture e sto in officina con i meccanici quando smontano e rimontano il motore per capire bene cosa stanno facendo. Alle corse dedico tutta me stessa e intendo fare progressi.

“Tuttavia, se non dovessi ottenere dei buoni risultati nella top class, mi rimetterò a studiare. Ho un diploma e posso andare all’università”.

L’automobilismo è pericoloso come sembra? “Gli attuali standard di sicurezza in pista sono decisamente migliori rispetto a 20 anni fa e gli incidenti gravi sono rari. Mi è capitato di fare dei testa coda e di finire fuori pista alcune volte, ma quando gareggio assecondo la mia passione e non penso al pericolo”.


Il Campionato International Formula Masters

La SKF è uno dei partner principali della nuova serie International Masters (IFM) una nuova classe di gare, lanciata nel 2007. Nella prima stagione si sono svolti otto eventi (con 16 gare), che hanno avuto luogo in Spagna, Francia, Repubblica Ceca, Portogallo, Svezia, Germania, Gran Bretagna e Italia, e sono stati trasmessi in diretta televisiva dall’emittente satellitare Eurosport.

Per la società italiana N. Technology S.p.A., organizzatrice dell’IFM, il campionato è concepito come preludio ai massimi livelli dell’industria dell’automobilismo sportivo ed è costruito intorno a tre principi, che devono soddisfare allo stesso modo gli appassionati, i piloti, gli sponsor e i team:

  • Prestazioni: le vetture di Formula S2000 usate nell’IFM pesano 550 chilogrammi incluso il pilota e montano un motore Honda da 250 CV, che suscita lo stupore sia dei piloti sia dei fan.
  • Promozione: l’ IFM, che accompagna gli eventi del FIA World Touring Car Championship sui circuiti internazionali, ha un accordo quinquennale con l’emittente satellitare Eurosport per la diretta televisiva di tutte le corse.
  • Prezzo: l’IFM promuove misure innovative di riduzione dei costi che rendono accessibile la partecipazione a un vasto numero di aspiranti piloti.