SKF e Vogel, uniniti dall’attrito

L’integrazione di Vogel – market leader nel settore della lubrifi cazione – nel Gruppo SKF, rappresenta un caso emblematico della nuova strategia di acquisizioni mirate a rafforzare l’offerta di prodotti ad elevato valore aggiunto.
Tra le cinque piattaforme SKF, la voce Lubrication è garantita dall’operato di Vogel, primo produttore mondiale di impianti di lubrificazione centralizzata, che nel 2004 è entrata a far parte del Gruppo SKF, ampliandone notevolmente le conoscenze e le soluzioni tecniche. Leader indiscussi
nei rispettivi settori applicativi, SKF e Vogel possono contare su importanti sinergie che preludono ad interessanti sviluppi tecnologici, soprattutto nella
direzione di soluzioni elettroniche di monitoraggio per la lubrificazione, oltre ad interessanti opportunità di business.
  “Siamo piccoli ma importanti – esordisce Klaus Schnappenberger, CEO di Berger Vogel a Milano – siamo felici di poter collaborare a nuovi progetti nel mondo SKF”.
  Accanto all’entusiasmo della recente acquisizione, l’orgoglio di una solida tradizione aziendale che si coglie nella forza di un marchio che come Vogel, ha mantenuto intatta fino ad oggi la sua identità.
  Vogel fu fondata nel 1929 a Berlino dal senatore Willy Vogel. Nel secondo dopoguerra, dopo la morte del fondatore, prende le redini dell’azienda sua moglie, donna tenace e coraggiosa che tiene saldo il timone dell’azienda per molti decenni, fino al passaggio dell’azienda ad un consorzio finanziario formato da banche tedesche, che subentra alla morte dell’ottuagenaria Presidente, che non aveva eredi diretti.

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Tra le cinque piattaforme SKF, la voce Lubrication è garantita dall’operato di Vogel, primo produttore mondiale di impianti di lubrificazione centralizzata, che nel 2004 è entrata a far parte del Gruppo SKF, ampliandone notevolmente le conoscenze e le soluzioni tecniche. Leader indiscussi
nei rispettivi settori applicativi, SKF e Vogel possono contare su importanti sinergie che preludono ad interessanti sviluppi tecnologici, soprattutto nella
direzione di soluzioni elettroniche di monitoraggio per la lubrificazione, oltre ad interessanti opportunità di business.
  “Siamo piccoli ma importanti – esordisce Klaus Schnappenberger, CEO di Berger Vogel a Milano – siamo felici di poter collaborare a nuovi progetti nel mondo SKF”.
  Accanto all’entusiasmo della recente acquisizione, l’orgoglio di una solida tradizione aziendale che si coglie nella forza di un marchio che come Vogel, ha mantenuto intatta fino ad oggi la sua identità.
  Vogel fu fondata nel 1929 a Berlino dal senatore Willy Vogel. Nel secondo dopoguerra, dopo la morte del fondatore, prende le redini dell’azienda sua moglie, donna tenace e coraggiosa che tiene saldo il timone dell’azienda per molti decenni, fino al passaggio dell’azienda ad un consorzio finanziario formato da banche tedesche, che subentra alla morte dell’ottuagenaria Presidente, che non aveva eredi diretti.

Qui finisce la storia ed inizia il presente di un’azienda multinazionale che dopo importanti ampliamenti, acquisizioni e joint ventures, l’anno scorso è entrata nell’universo SKF per consolidare e sviluppare nuove applicazioni ad alto contenuto tecnologico. Ad esempio nel settore eolico, dove SKF è impegnata da anni nel co-engineering per progettare soluzioni compatte e resistenti alle forti sollecitazioni di carico, ma anche nei grossi impianti industriali come cementifici, cartiere, acciaierie, macchine utensili, veicoli industriali on e off road ecc. Con i suoi 1.000 dipendenti Vogel opera attraverso otto filiali e partner in 30 paesi del mondo. In Italia, il marchio è conosciuto attraverso l’attività di Berger Vogel, società presente a Milano dal 1977.
  La guida Klaus Schnappenberger, responsabile della filiale sin dagli inizi dell’attività, quando Berger era rappresentante italiana di Spandau, acquisita da Vogel nel 1985. Dal ’97 Vogel è diventata azionista di Berger e oggi sono diciannove i collaboratori di un team che nel 2004 ha realizzato un fatturato di cinque milioni di euro. Tra i clienti italiani, aziende del calibro di Gildemeister, Komatsu, Idra Presse, Sacma, Trenitalia, Alstom, Cerutti.
   Ma veniamo al prodotto, complemento necessario di cuscinetti, boccole, guide e, più in generale, di tutte le applicazioni dove si produce un attrito. 25.000 articoli a catalogo per configurare le soluzioni adatte alle più svariate esigenze applicative. Caratteristica dei sistemi di lubrificazione centralizzata per macchine e impianti, è quella di fornire l’esatta quantità di lubrificante alle parti interessate evitando sprechi e inquinamento. Una pompa preleva dal serbatoio centrale il grasso e il lubrificante che, grazie al ripartitore di dosatura, raggiunge i punti designati, favorendo così una lubrificazione mirata. Fiore all’occhiello di questi sistemi sono le pompe centrifughe e volumetriche Spandau, che lavorano senza usurarsi anche in condizioni estreme, cioè a temperature elevate o con sostanze abrasive.
  “Ma la grande innovazione Vogel è legata alla tecnologia della lubrorefrigerazione o lubrificazione minimale – spiega Schnappenberger – risolutiva in termini di riduzione di costi, sprechi e impatto per lavorazioni di fresatura e tornitura. A lubrificare il pezzo in lavorazione, al posto di un abbondante getto di liquido refrigerante, lavora un vaporizzatore che crea una micronebbia. Essa agisce direttamente sul tagliente con vantaggi molteplici, tra cui anche una migliore finitura superficiale a fronte di una
minore esposizione da parte degli operai ai lubrificanti”.
  Ai potenziali utilizzatori, Vogel propone di installare il sistema in prova per verificarne i vantaggi: “Un’operazione volta anche a promuovere la cultura della lubrorefrigerazione minimale – conclude Schnappenberger – tecnologia
che, con tutte le sue implicazioni, rappresenta un’innovazione necessaria per migliorare l’efficienza di molte lavorazioni”.

La redazione