Un motore diesel per la nuova era

Le industriose macchine gialle contraddistinte dal marchio che reca le iniziali del fondatore della società che le produce, Joseph Cyril Bamford, nell’arco di 60 anni hanno meritato il ricono- scimento mondiale. Oggi, per la prima volta, la JCB produce anche i motori per le proprie macchine.

Contenuto correlato

Sintesi

La JCB è una società privata di produzione di macchinari per l’edilizia, l’agricoltura e la lavorazione del terreno, fondata nel 1945 da Joseph Cyril Bamford. Negli ultimi 30 anni gli è succeduto alla guida dell’azienda il figlio, Sir Anthony Bamford. Oggi la società dà lavoro a oltre 4.000 persone e produce più di 180 modelli in quattro continenti, con sedi nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in India e in Sud America. La JCB vende una gamma completa di macchinari in oltre 150 paesi.

Le industriose macchine gialle contraddistinte dal marchio che reca le iniziali del fondatore della società che le produce, Joseph Cyril Bamford, nell’arco di 60 anni hanno meritato il ricono- scimento mondiale. Oggi, per la prima volta, la JCB produce anche i motori per le proprie macchine.

La JCB, società britannicache produce macchinari, sta vivendo momenti esaltanti. Nel 2004 ha compiuto un enorme balzo in avanti con un fatturato di 1,5 miliardi di euro, frutto della presenza in 150 paesi, della produzione di 37.000 macchine e di un consistente arricchimento dell’assortimento di prodotti. La produzione attuale annovera oltre 180 modelli diversi di macchine per l’edilizia, l’agricoltura e la lavorazione del terreno.

Ma è nel 2005, anno del suo sessantesimo anniversario, che per la società si compie la svolta epocale, con il lancio del suo primo motore diesel, il JCB 444.

Numerosi i prototipi realizzati nel corso degli anni, nessuno dei quali è mai giunto a compimento. Per questo il progetto pilota, iniziato nel 1999, è rimasto a lungo un segreto ben custodito. Concorrenti e clienti sapevano che la JCB stava studiando un nuovo motore, ma non ne conoscevano i particolari. Solo un manipolo di fornitori scelti, tra i quali la SKF a cui era stato chiesto di fornire le tenute, ne sono stati messi a parte.

“Tra gli anni ’70 e ’80 sono stati realizzati due o tre motori, ma solo a livello di prototipo”, racconta Alan Tolley, direttore dei programmi sui motori, che ha dato il via all’ultimo studio di fattibilità nel 1998, anno in cui è entrato a far parte della JCB. Il via libera alla progettazione risale al 1999, ma fino al 2003 non se ne è decisa la costruzione.

Per la JCB non si è trattato solo di realizzare il motore, ma anche di investire in una linea di produzione completamente nuova – sotto lo sguardo attento del pubblico. Avere successo equivale a controllare lo sviluppo e la produzione di organi di trasmissione di tipo intermedio, nonché a immettere più rapidamente sul mercato macchine innovative.

“Il progetto si è rivelato peculiare sotto molti aspetti, in particolare per il fatto che in materia di produzione di motori eravamo dei neofiti”, commenta Tolley.

“Siamo stati liberi di agire come ritenevamo opportuno e, ora che siamo in produzione, i clienti si dicono molto soddisfatti. Il nostro doveva essere un motore di classe superiore a un prezzo competitivo. Siamo partiti da zero in termini di progettazione, costruzione, assemblaggio e organizzazione”.

Il motore è stato progettato per le macchine JCB di tipo intermedio per l’edilizia, che devono offrire caratteristiche di robustezza, alta coppia alle basse velocità, scarsa rumorosità e lunghe durate di esercizio (le macchine JCB hanno durate da 30 a 40 anni).

“Per rapportarsi ai migliori della categoria, questo motore ha una durata teorica che supera le 10.000 ore di esercizio”, aggiunge Tolley.

Prima di procedere, all’inizio del 2004, con il collaudo da parte dei clienti per ricevere un feedback in condizioni reali, i motori sono stati sottoposti a tre fasi di estenuanti prove al banco.

“Li abbiamo montati su un caricatore con retroescavatore e su un movimentatore telescopico e abbiamo chiesto l’opinione a un ristretto numero di persone delle quali sapevamo di poterci fidare. Una delle macchine ha operato all’interno di una segheria in presenza di polvere per 16-18 ore al giorno”.

Per il team la sfida è consistita nel riuscire ad attuare le modifiche richieste dai clienti, l’ultima delle quali ha permesso di aumentare la potenza dei motori ad aspirazione naturale.

Ma questi non sono stati che i tocchi finali al progetto, nel momento in cui il team JCB ha iniziato a collaborare con Ricardo Consulting Engineers. Ogni fase è stata seguita con cura minuziosa, dalla pianificazione alla concezione, dal progetto dettagliato alla convalida, fino alla messa a punto del processo di produzione. Per convalidare la produzione si sono rese necessarie 16.000 ore di collaudo eseguite su 60 motori in tre fasi – 11.000 delle quali su macchine JCB.

 

La produzioneha avuto inizio in data 1 novembre 2004 e, oggi, il motore diesel JCB 444 è prodotto in tre versioni.

Il progetto è stato fonte di sfide e di successi allo stesso tempo, come ricorda Tolley: “Abbiamo tratto grande soddisfazione e piacere ogni volta che riuscivamo a trovare una soluzione. Abbiamo letteralmente esultato quando abbiamo costruito i primi prototipi.

“Ci sono voluti nove mesi per progettarli e quando li abbiamo messi sul banco di prova funzionavano quasi esattamente come ci aspettavamo”.

Nonostante il consenso ottenuto tanto all’interno quanto all’esterno della JCB, il team non ha ancora brindato al proprio successo. Si parla di una festa, ma, in realtà, la concentrazione è già rivolta ai passi successivi.

“Abbiamo aumentato la nostra capacità tecnologica e questo può offrire vantaggi anche in altri ambiti. Alcune tecnologie e procedure possono essere applicate allo sviluppo delle macchine e alle metodologie con cui si propongono al mercato macchine di alta qualità.

Il motore studiato per le macchine per l’edilizia si è rivelato adatto anche a numerose applicazioni industriali. Abbiamo dato mandato ad alcuni rivenditori nel Regno Unito e in altri paesi e il motore è stato adattato alle applicazioni navali dalla Mermaid Marine. Non ultimo, alcuni alimentatori industriali sono già in viaggio verso i clienti”, conclude Tolley.

La gestazione è stata lunga, ma ora il motore JCB è finalmente una realtà e il team che lo ha realizzato è già al lavoro su un altro progetto – in gran segreto. Per alzare i calici dovremo ancora aspettare.


Il motore diesel JCB 444

  • Progettato appositamente per le macchine di tipo intermedio per l’edilizia.
  • Tre varianti a emissioni Tier 2 – ad aspirazione naturale, turbo-charged e turbo-charged intercooler.
  • Potenze da 54 kW a 106 kW.
  • Il motore JCB 444 ha quattro valvole per cilindro e una presa di forza da 60 kW, offre bassi consumi e un’eccezionale silenziosità a 89 dBA.
  • Il motore JCB è munito di tenute di alta qualità della SKF Sealing Solution che impediscono le fuoriuscite di olio. La tenuta anteriore dell’albero a gomito è del tipo a cartuccia in PTFE a elevata protezione, mentre quella posteriore è in esecuzione non a cartuccia in PTFE. Il politetrafluoroetilene è stato scelto per l’eccellente durata di esercizio nelle applicazioni con alberi a gomito.
  • Per la distribuzione la JCB ha scelto le ben collaudate tenute per steli di valvola SKF 866, nonché le tenute di progettazione SKF per proteggere i tubi dell’iniettore all’interno del gruppo calotta del bilanciere.
  • La SKF ha iniziato a collaborare al progetto JCB nel 1999. Le sedi in Europa e negli Stati Uniti, coordinate dal Regno Unito, hanno fornito i componenti e l’assistenza tecnica.