Nata nel 1961, la Meccanodora è una nota azienda del torinese specializzatasi nella produzione di rettificatrici per esterni. La sua storia prosegue attraverso alcune intuizioni geniali, trasformate in altrettanti brevetti, fino al 1992 quando, con l’incorporazione della Cimat, società italiana specializzata nella produzione di rettificatrici per esterni ed interni, la Meccanodora diviene leader nella realizzazione di line complete di rettifica.

Navigando nel sito www.meccanodora.com, incuriosisce la didascalia ”European Grinding Technology”.

In realtà, il mercato in cui la Meccanodora opera non è certo solo quello europeo: passando in rassegna i principali clienti si nota immediatamente la presenza di molti fra i principali produttori mondiali di autoveicoli.

Le ragioni di questo successo sono da attribuire ad un’efficace politica della qualità, nonché alla capacità di proporre al mercato macchine contenenti valore ed innovazione.

Le rettificatrici Meccanodora vengono interamente progettate all’interno dell’azienda dove l’ufficio tecnico, nel quale opera la “testa pensante”, l’ingegner Furxhi, è interamente responsabile delle scelte effettuate per la parte meccanica ed elettrica. Ciò significa che, all’interno dell’azienda, si realizza il concetto di “Meccatronica” inteso come fusione “ragionata e sinergica” delle rispettive possibilità tecnologiche. Questo approccio alla progettazione comporta un grande sforzo di conoscenza, ma sfocia nella capacità di realizzare macchine effettivamente innovative che, per l’utilizzatore finale, equivale ad ottenere un prodotto finito migliore in tempi più brevi.

Uno degli sviluppi recenti di Meccanodora consiste in una macchina innovativa in grado di effettuare operazioni di tornitura e fresatura su materiale temprato, costituita da due unità operatrici che lavorano alternativamente.

Il vantaggio principale di questa macchina consiste nell’offrire una produzione doppia ad un costo assai inferiore rispetto a quello di due macchine tradizionali. Inoltre, viene scongiurato il pericolo di fermo produzione. Nel caso in cui una delle due unità debba subire un arresto, la macchina prosegue nella produzione.

Grande cura progettuale è stata posta nello studio della rigidezza dinamica della macchina: infatti, mentre un’unità lavora, la seconda effettua operazioni di carico e scarico ed è necessario che le forze d’inerzia generate dalle accelerazioni non interferiscano con le operazioni di lavorazione in atto sull’altra unità.

Per questo progetto la Gamfior, in stretta collaborazione con la Meccanodora, ha studiato e realizzato un sistema di traslazione delle due teste operatrici basato su un’unica vite a ricircolo di sfere di dimensioni adeguate, fissata rigidamente alle estremità della macchina, sulla quale traslano in modo indipendente due motori brushless ad asse cavo sui cui rotori sono calettate altrettante madreviti.

Questo sistema motoremadrevite, definito “Motovite” dalla stessa Meccanodora, offre la minima inerzia possibile in rapporto alla dinamica raggiungibile, pur garantendo la rigidezza ricercata. Il numero di componenti estremamente ridotto minimizza infatti il momento d’inerzia complessivo ed evita nel contempo organi critici, quali giunti e chiavette; inoltre si è ridotto in misura apprezzabile il tempo necessario in fase di progetto e di montaggio di sistemi tradizionali.

Auspichiamo che la Motovite rappresenti l’inizio di una generazione di soluzioni per il moto lineare ad elevata integrazione, dove la conoscenza “Meccatronica” apporti consistenti vantaggi ai clienti che ci scelgono come partner.