Venti del passato

La copia di una nave mercantile svedese del Settecento ripercorrerà la rotta della nave originale alla volta dell’Oriente, aggiungendo un nuovo capitolo ai libri di storia.

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Sintesi

L’East Indiaman Götheborg III, la copia di nave mercantile attualmente in costruzione a Göteborg, avrà lo stesso profilo di scafo della nave originale del Settecento, che aveva una stiva spaziosa per trasportare il massimo carico utile. Il contenuto sarà però diverso: moderne apparecchiature di navigazione e di sicurezza, impianto dell’acqua potabile con docce e gabinetti, una moderna cucina, impianto di ventilazione.

Mentre la nave originale non aveva né eliche né motori, la copia avrà due motori Volvo Penta che svilupperanno in tutto 1000 cavalli circa di potenza. Per ottemperare ai requisiti di sicurezza, sarà dotata di generatori di emergenza, paratie a tenuta d’acqua, scialuppe di salvataggio ed uscite di emergenza. Per le emergenze in caso di incendio verranno installati una pompa di sentina, un estintore ed un sistema automatico a sprinkler.

Il sartiame, pur basato sui tipi usati nel XVIII secolo, sarà conforme a moderni requisiti e precauzioni di sicurezza. La produzione e le operazioni di attrezzatura verranno eseguite a mano, servendosi di metodi ed utensili tradizionali.

Nei tempi antichi, le navi mercantili avevano di solito una trentina di cannoni a bordo per difendersi da pirati e nemici. Anche la copia avrà 14 cannoncini di ghisa da sei libbre, che spareranno a salve all’ingresso dei vari porti.

La nave è attrezzata per il trasporto di 80 persone, mentre in un tipico viaggio del Settecento erano a bordo 120-140 persone. A quei tempi era necessario un equipaggio numeroso dato che la scarsa igiene, le malattie, la malnutrizione e le condizioni avverse del tempo causavano molti decessi a bordo. A bordo della nuova nave sarà presente personale medico.

Al molo Terra Nova di Göteborg (Svezia) va prendendo forma, e diventando più splendida di giorno in giorno, la copia di una nave mercantile del XVIII secolo. Una volta ultimata, essa sarà la prima riproduzione di questo genere ad effettuare un vero e proprio viaggio oceanico. La meta del viaggio è dall’altra parte del globo, in Cina, paese visitato più volte dalla nave originale ai tempi d’oro della Svenska Ostindiska Companiet, la compagnia svedese delle Indie orientali. (Vedere Per tutto il tè della Cina)

«Con questo progetto scriviamo una pagina di storia non solo svedese ma anche della Cina, rafforzando inoltre le relazioni tra i due paesi», dice Jörgen Gabrielson, direttore della moderna compagnia svedese delle Indie orientali, fondata nel 1993.

L’itinerario della nave, la cui partenza è prevista per l’autunno 2004, toccherà Spagna, Brasile, Sudafrica, Australia e Indonesia per poi raggiungere la meta finale, Guangzhou in Cina. In ogni porto si svolgeranno mostre ed attività per promuovere la cultura ed il commercio svedesi.

«Ciò che abbiamo fatto in passato è qualcosa che ci collega col futuro», dice Gabrielson, che è convinto che il progetto avrà un effetto positivo sulle relazioni commerciali Svezia-Cina. «È importante avere relazioni commerciali con la Cina e con altri paesi», afferma Gabrielson.

Come gemelli
Fisicamente la copia, chiamata East Indiaman Götheborg III, sarà pressoché identica all’originale East Indiaman Götheborg I, costruita nel 1738 ed affondata al largo del porto di Göteborg nel 1745 al ritorno dal suo terzo viaggio in Cina. È esistita anche una East Indiaman Götheborg II, seconda per grandezza tra le navi della Svenska Ostindiska Companiet. Essa affondò nel 1796, 10 anni dopo il suo varo, nella Table Bay nell’attuale Sudafrica.

L’ispirazione per il progetto Götheborg è nata in seguito al recupero archeologico della nave originale. Già subito dopo il naufragio cominciarono le attività di recupero del carico, che continuarono nei secoli successivi. Dal 1986 al 1994, gli archeologi marini hanno riportato alla luce il relitto e inoltre tonnellate di porcellane, tè, zenzero, seta, spezie ed altri articoli del carico ed oggetti personali della ciurma.

Joakim Severinson, il costruttore della copia, è stato uno degli oltre 100 sommozzatori che hanno partecipato ai lavori di scavo. Severinson cominciò a partecipare agli scavi nel 1986; oltre ad essere un subacqueo sportivo da lunga data, aveva anche lavorato come maestro d’ascia alla realizzazione di grandi imbarcazioni di legno.

Severinson ricorda di avere cominciato a discutere l’idea di costruire una copia dell’East Indiaman nel 1992 assieme ad altre persone impegnate nel recupero del relitto. All’epoca, gli olandesi avevano già realizzato copie di due loro antiche navi mercantili, l’Amsterdam e la Batavia, per esporle in museo. «Ci siamo domandati come sarà stato, nel Settecento, navigare con una di queste navi», racconta Severinson.

Quando emerse l’idea di una copia con cui navigare davvero, dice Severinsson, «molti avranno pensato che fossimo un po’ pazzi. E forse lo eravamo». L’attuale progetto di costruzione, avviato nel 1996, si differenzia dai progetti olandesi in quanto l’East Indiaman Götheborg III è costruito in piena conformità con le regole internazionali sul traffico marittimo ed è quindi in grado di navigare.

Innumerevoli sfide
Per Severinson e la sua équipe di 137 artigiani, le sfide non sono poche. Prima di tutto, i resti della nave originale sono pochissimi e non esistono disegni né modelli. I costruttori di navi in passato non erano soliti servirsi di calcoli e disegni; l’unico disegno era nella loro mente. Per progettare lo scafo, Severinson ha studiato in dettaglio i reperti di scavo ed i documenti negli archivi storici. Di grande utilità sono stati inoltre vari modelli e disegni di altre navi mercantili dello stesso periodo, regole di carpenteria ed un libro sul sartiame.

Per completare i disegni dello scafo ci sono voluti due anni, dal 1993 al 1995. «A quell’epoca quasi tutte le navi erano fatte allo stesso modo. Potevano esserci piccole differenze di lunghezza e di ornamenti. Ma gli scafi erano costruiti più o meno nello stesso modo», spiega il costruttore. «Non possiamo dire che la nostra sia una copia esatta della nave originale, ma costruiamo una tipica East Indiaman svedese della metà del Settecento, basandoci su tutto ciò che si sa della nave originale. Il risultato è quindi il più somigliante possibile».

Un’altra difficoltà nel corso della costruzione è stato il reperimento dei materiali. La costruzione di una nave del Settecento richiede molte materie prime che oggi non sono facili da trovare; per esempio legno di pino e di quercia con determinate specifiche di dimensioni e di invecchiamento, catrame, ferro, tessuti per le vele. Tutti i materiali hanno dovuto essere prodotti appositamente per il progetto e ciò ha comportato lunghe ricerche. Spesso esiste una sola azienda in tutta Europa, o addirittura nel mondo, in grado di fornire un dato materiale.

Ma la principale difficoltà, spiega Severinson, è quella di nascondere le attrezzature moderne a bordo in modo che la nave sembri il più possibile autentica. Ciò comporta la necessità di installare le apparecchiature moderne il più possibile sottocoperta, il che richiede una buona dose di pazienza e compromessi. D’altra parte, l’uso della moderna tecnologia è essenziale per il successo dell’impresa perché la nave deve essere conforme ai requisiti delle autorità internazionali. «Non possiamo fare alcuna eccezione», dice Severinson.

Finanziamento
L’ultimo grande ostacolo è stato quello del finanziamento. La costruzione dell’East Indiaman Götheborg ha richiesto più tempo del previsto a causa delle difficoltà nel reperimento dei fondi. Il budget fissato per il progetto è di 300 milioni di corone svedesi (circa 30 milioni di euro). Finora è stato reperito il 95% della cifra. Per il resto, il direttore Gabrielson collabora con diversi sponsor per reperire i fondi. Circa 130 aziende svedesi hanno contribuito alla costruzione della nave. La Svenska Ostindiska Companiet è in cerca di 5-10 grandi aziende internazionali che vogliano partecipare al finanziamento del viaggio in Cina.

L’aspirazione di Gabrielson per l’East Indiaman Götheborg è intraprendere in futuro altri viaggi, se il primo avrà successo. Nel 2006, dopo il ritorno in Svezia dalla Cina, la nave compirà un nuovo viaggio promozionale che toccherà la Norvegia e raggiungerà gli Stati Uniti attraversando il canale di Panama. Proseguirà poi per Tokyo ed approderà infine a Shanghai per partecipare all’Expo mondiale del 2010. «Instaureremo relazioni commerciali in Giappone, Filippine e Singapore per promuovere le aziende svedesi nella regione», dice Gabrielson. «La realizzazione di questo sogno dipenderà dal tempismo e dalla fortuna».


Presenza della SKF

Da diversi anni la SKF è tra gli sponsor del progetto East Indiaman Götheborg. Come spiega Danerik Hägglund, direttore delle comunicazioni interne della SKF, l’azienda sponsorizza raramente progetti individuali ma appoggia questo per le sue potenzialità commerciali e perché ripercorre l’espansione internazionale iniziata dal fondatore della SKF, Sven Wingquist, negli anni 10 e 20.

Come afferma Hägglund, una partecipazione al progetto Götheborg potrebbe essere vantaggiosa per la SKF in futuro, specie alla luce dell’importanza data dall’azienda allo sviluppo commerciale in Cina. La SKF può trarre vantaggio dalla tradizione cinese di impostare relazioni commerciali e diplomatiche di lunga durata.

L’azienda prevede di partecipare a varie attività commerciali durante le fermate della nave nei vari porti, spiega Hägglund, osservando che la SKF potrebbe trarre grande beneficio dalla
eventuale partecipazione di altre importanti aziende durante il viaggio.