Nuovi traguardi

In Norvegia, una nuova piattaforma petrolifera è la chiave di volta di un progetto che stabilisce nuovi record per l’ingegneria sottomarina.

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Sintesi

La Statoil è una società petrolifera con quasi 24.000 dipendenti e attività in 29 paesi. Nel 2004 il fatturato è ammontato a 37 miliardi di euro. Il Gruppo rappresenta il 60% della produzione norvegese di petrolio e gas. Uno dei maggiori venditori di greggio, la Statoil è anche un importante fornitore di gas naturale al mercato europeo.
In tutte le proprie attività la Statoil si prefigge l’obiettivo di un grande rispetto per l’ambiente: questo vale per quanto riguarda le emissioni e gli scarichi e l’utilizzo di risorse naturali che possano influire sulla biodiversità.

In Norvegia, una nuova piattaforma petrolifera è la chiave di volta di un progetto che stabilisce nuovi record per l’ingegneria sottomarina.

Le piattaforme petroliferesono tra gli elementi tecnologicamente più avanzati. Costruite per estrarre gas e petrolio nel maggior rispetto possibile dell’ambiente, devono poter far fronte a condizioni spesso estreme, garantendo al personale che vi opera la massima sicurezza e il comfort assoluto.

“Possono esserci onde alte 30 metri e neanche ce ne accorgiamo”, esordisce Björn Tillerflaten, tecnico preposto al condition monitoring a bordo della nuova piattaforma petrolifera Kristin costruita per conto della Statoil, società petrolifera di proprietà dello stato norvegese.

In termini di sostenibilità, secondo lo schema di valutazione indicato dal Dow Jones Sustainability Index, o DJSI, negli ultimi quattro anni la Statoil si è collocata al terzo posto tra le società petrolifere di tutto il mondo, dopo BP e Shell.

Un vero veterano della vita di piattaforma, Tillerflaten alterna due settimane di lavoro a bordo a quattro settimane a terra: “È un ottimo posto di lavoro e non è male poter staccare per otto mesi all’anno”.

Operativa da marzo 2005, la piattaforma Kristin si può definire un hotel a cinque stelle costruito intorno a una sovrastruttura galleggiante di acciaio, con servizi che offrono una palestra modernamente attrezzata, camere da letto con TV al plasma, ampi spazi abitabili e un servizio di ristorazione professionale.

La Kristin ha un dislocamento di 56.000 tonnellate, è larga 82 metri, lunga 93 metri e alta oltre 100 metri, dalla superficie del mare alla sommità della torre porta fiaccola.

Come un ragno al centro della tela, la piattaforma Kristin è il collegamento tra i giacimenti di gas e petrolio che si trovano a 5.000 metri di profondità nel Mare del Nord e gli impianti di produzione e magazzinaggio in mare e a terra. A quelle profondità, la pressione può superare i 900 bar e le temperature raggiungere i 170 °C. Questo bacino per l’estrazione di petrolio e gas fa parte di una struttura geologica risalente al Giurassico, cioè a circa 200 milioni di anni fa.

“Mai prima d’ora si era pensato di estrarre gas e petrolio in simili condizioni di pressione e temperatura”, puntualizza Tillerflaten.

 

L’investimento complessivodel progetto Kristin, comprensivo della piattaforma e di 12 pozzi di trivellazione sottomarini nel Mare del Nord, ammonta a 2,5 miliardi di euro e la produzione a pieno ritmo è prevista per ottobre 2005.

Il cantiere Aker Kvaerner di Stord, ubicato tra Stavanger e Bergen, in Norvegia, ha avuto l’incarico di allestire la piattaforma petrolifera per conto della Statoil, socio di maggioranza nel progetto con il 41,6%. Tra gli altri azionisti figurano la Norsk Hydro, la Total e la Exxon Mobil.

La piattaforma è stata costruita in tre moduli: il corpo da 14.500 tonnellate costruito dalla sudcoreana Samsung Heavy Industries e spedito in Norvegia
attraverso il Canale di Suez; la parte alloggiamenti e la piattaforma di atterraggio per elicotteri costruiti dalla Emtunga di Göteborg, in Svezia; la sovrastruttura, compresa la torre porta fiaccola, costruita in Spagna nei cantieri Dragados. I tre moduli sono stati assemblati in Norvegia, a Stord, e per completare il progetto si sono rese necessarie 2,6 milioni di ore lavorative.

 

Ubicato a circa240 chilometri a nordovest di Trondheim, in Norvegia, questo campo petrolifero ha un’aspettativa di produzione per i prossimi 12–13 anni pari a 35 miliardi di metri cubi di gas, 8,5 milioni di tonnellate di gas naturale liquido e 40 milioni di metri cubi di idrocarburi condensati. Quattro basi sottomarine sono collegate alla piattaforma galleggiante, che ha una capacità giornaliera di 20 milioni di litri di condensato e di 18 milioni di metri cubi di gas.

Quando sarà completamente operativa, sulla piattaforma Kristin sarà sufficiente un equipaggio composto da 29 persone.

Il livello di automazione sulle piattaforme petrolifere è in genere assai elevato. Sulla Kristin, sebbene i tecnici compiano ancora i giri di ispezione dei macchinari sul ponte, la maggior parte delle attività ha luogo nella sala di controllo, dotata di numerosi computer e schermi al plasma che permettono di controllare tutti i processi. Le macchine di vitale importanza, quali i compressori e le turbine da 55 MW, hanno sempre un’unità di riserva. La strumentazione elettronica di bordo annovera oltre 10.000 apparecchi, tra cui 1.300 rilevatori d’incendio e di gas. Durante il turno di notte due addetti presidiano la sala di controllo, mentre altri due effettuano i giri d’ispezione all’esterno.

Nel realizzare la Kristin sono stati adottati criteri di massimo rigore per garantire l’incolumità degli operatori. Grande attenzione è stata riservata alla riduzione dei livelli di rumorosità e alla realizzazione di sistemi ottimizzati per la movimentazione dei materiali a bordo, nonché ai materiali a tecnologia avanzata con cui sono stati confezionati gli indumenti di protezione dalle intemperie.

Vale la pena sottolineare che, quando piove, come spesso accade nel Mare del Nord, le zone lavorative della piattaforma si riempiono d’acqua e le grate metalliche che separano i sei livelli di cui essa è composta, non sono a tenuta.

“Tutte le apparecchiature di vitale importanza sono studiate per l’impiego offshore e pertanto adeguatamente sigillate. La scelta dell’esposizione all’aria aperta è determinata dall’eventualità che si verifichino fughe di gas: in quel caso, è meglio che il vento spazzi via tutto il più in fretta possibile”, conclude Tillerflaten.


Monitoraggio intelligente

Le condizioni di temperatura e pressione che si verificano nel campo petrolifero Kristin sono tra le più estreme e ciò impone che le apparecchiature impiegate a bordo, quali pompe, ventilatori, generatori, turbine, compressori e motori elettrici, rispondano a requisiti specifici. Molte di queste impiegano i cuscinetti SKF.

Tutti gli organi rotanti presenti sulla piattaforma Kristin devono essere tenuti sotto controllo e Björn Tillerflaten è il tecnico della Statoil preposto alle attività di condition monitoring. Per svolgere il suo compito si avvale del Microlog CMVA 60 e del software Machine Analyst della SKF. Il primo è un’unità portatile che rileva i dati di vibrazione ed effettua le analisi relative, monitorando in modo efficace anche le macchine che operano a soli 0,5 giri al minuto.