Opzione Zero

Il bilancio ambientale del Gruppo SKF relativo al 1999 è stato dedicato al programma ‘Zero incidenti’. Stilato annualmente da SKF come azienda che si riconosce in una realtà culturale e sociale oltre che economica, il report ambientale contiene la valutazione delle proprie attività in termini di costi/benefici, proprio come il più tradizionale bilancio annuale, integrandone alcuni elementi per la valutazione complessiva dell’attività dell’impresa.

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Il bilancio ambientale del Gruppo SKF relativo al 1999 è stato dedicato al programma ‘Zero incidenti’. Stilato annualmente da SKF come azienda che si riconosce in una realtà culturale e sociale oltre che economica, il report ambientale contiene la valutazione delle proprie attività in termini di costi/benefici, proprio come il più tradizionale bilancio annuale, integrandone alcuni elementi per la valutazione complessiva dell’attività dell’impresa.

   Nella premessa di questa edizione Sune Carlsson, Amministratore Delegato del Gruppo, pone l’accento sulla necessità di garantire condizioni di lavoro sicure ed idonee a tutti i dipendenti SKF. Tutti gli incidenti si possono prevenire se ognuno è responsabile della sicurezza in azienda: questa in sintesi la ‘mission’ della nuova iniziativa.
   L’approccio al problema nasce a livello di Gruppo, ma più che di un programma si tratta di creare le premesse perché si sviluppi una nuova filosofia che coinvolga tutti i livelli operativi dell’azienda; una ‘forma mentis’ insomma, che accordi sempre maggiore importanza alla sicurezza nell’ambiente di lavoro.
   L’iniziativa ‘Zero Accidents’ è stata lanciata ufficialmente alla fine del ’99 con lo scopo di prevenire gli infortuni sul lavoro. Nel ’99 infatti, dopo una flessione negli ultimi cinque anni, il trend ha registrato un aumento degli infortuni. I dati aggregati a livello di Gruppo riferiscono di una situazione molto variabile tra gli stabilimenti, ma il presupposto di partenza è che tutti gli infortuni possano essere evitati con un buon programma di prevenzione.
   Occorrono, come punto di partenza per una diagnosi del fenomeno, dati aggiornati sulla casistica degli infortuni: esiste, per esempio, una tipologia ricorrente o più frequente. A partire dal 1° luglio 2000, ogni stabilimento deve trasmettere trimestralmente al Gruppo i dati che riguardano il numero degli incidenti, le ore perse e la frequenza.
   Oltre al ‘reporting’, necessario soprattutto a livello conoscitivo, l’attività preventiva vera e propria non può che essere demandata alle realtà locali, affinché sviluppino autonomamente dei programmi mirati, adatti alle specifiche situazioni. Ogni stabilimento deve pertanto stabilire le priorità rispetto alle quali impostare il proprio programma strategico ed agire di conseguenza. Il coordinatore nazionale dei responsabili dell’ambiente e della sicurezza degli stabilimenti italiani ha infatti l’incarico di raccogliere e catalogare tutti i dati che poi riporterà direttamente a Göteborg.
   Un dato certo oggi è che ogni paese in cui SKF è presente a livello nazionale ha normative e soluzioni diverse, ma l’obiettivo è di creare un ambiente sicuro in tutti gli stabilimenti. In Austria, per esempio, sono state realizzate delle etichette ‘safety check’ che identificano le apparecchiature che hanno superato il collaudo effettuato da un team di esperti di sicurezza. Altri stabilimenti, invece, intendono gestire il problema degli infortuni alla stessa stregua di quello dei reclami per la qualità con un ‘data base’ per monitorare l’andamento e fare riferimento a singole ‘case histories’.
   Per facilitare la divulgazione della nuova filosofia comportamentale, gli esperti a Göteborg hanno deciso di istituire un ‘data base’ per creare un manuale in rete, la cosiddetta ‘best practice’ della sicurezza, accessibile a tutti, a tutti i livelli.
   Più in generale la sicurezza dovrà essere totale, coinvolgendo perciò tutti i soggetti legati all’azienda, dai dipendenti agli utilizzatori finali: come per la certificazione ambientale ISO 14001, che ha creato uno standard internazionale SKF, lo stesso deve avvenire anche per la salute dei dipendenti SKF.
   «L’obiettivo di sviluppo sostenibile portato avanti dal Gruppo è di ampio respiro – conclude Sune Carlsson. In questo senso, gli sforzi per la soddisfazione del cliente devono inserirsi in un contesto di rispetto per l’ambiente e per la salute. Ogni prodotto deve essere un modello di efficienza nella gestione delle risorse necessarie a produrlo e deve essere riciclabile, rispettoso dell’ambiente e realizzabile nel rispetto delle norme di sicurezza».
Benedetta Marchiaro  
SKF Risorse Umane,  
Tel. 011/9852340  
benedetta.marchiaro@skf.com